Nel 1959 la Volvo ha inventato la prima cintura di sicurezza a tre punti. A distanza di oltre 75 anni, la casa svedese rivoluziona nuovamente questo fondamentale elemento di sicurezza introducendo sulla suv elettrica EX60 una tecnologia in grado di personalizzare la protezione fornita in tempo reale. Il sistema è denominato “cintura di sicurezza multi-adattiva” e utilizza sensori interni ed esterni per modificare le impostazioni di protezione in base a diversi fattori, come per esempio l’altezza, il peso e la posizione di seduta della persona, oltre a dati relativi alla vettura come la forma della carrozzeria, la direzione e la velocità del veicolo. Tutte queste informazioni sono elaborate in tempo reale da una centralina per ottimizzare la protezione del passeggero.

Per esempio se il passeggero si trova nella parte maggiormente coinvolta dall’incidente, l’impostazione di ritenuta è più elevata per ridurre il rischio di lesioni alla testa. Se lo scontro è più lieve invece l’azione sarà più leggera, per prevenire lesioni alle costole. La Volvo non ha specificato se la tecnologia terrà conto del genere del passeggero, differenziando la protezione tra uomini e donne, ma ha spiegato che il sistema si fonda su 11 profili di limitazione del carico. I limitatori di carico controllano quanta forza viene applicata dalla cintura di sicurezza sul corpo del passeggero durante un incidente. Sulle cinture di sicurezza tradizionali i profili di limitazione del carico sono tre, ma la casa scandinava è convinta che alzare questo numero consenta di ottimizzare la protezione del passeggero.

Per sviluppare la cintura di sicurezza multi-adattiva, la Volvo ha analizzato le informazioni provenienti da 50 anni di ricerche sulla sicurezza e un database di oltre 80.000 persone coinvolte in incidenti reali. Il sistema è pensato per essere aggiornabile via etere, grazie a software che l’azienda rilascerà man mano che vengono ottenuti ulteriori dati.









