NEWS

Alessandro Zanardi, pilota e atleta

di Marco Pascali
Pubblicato 10 ottobre 2019

"Certe tecnologie montate sulle auto moderne facciamo fatica a notarle, ma tutti i giorni salvano tantissime vite".

Alessandro Zanardi, pilota e atleta
INTERVISTA
Alessandro Zanardi Dai successi nel motorsport a quelli alle paralimpiadi, Alessandro Zanardi è l’emblema di come sia sfidante ogni trasformazione, ma anche delle soddisfazioni che questa può dare. Sempre attento alle tematiche legate alla sicurezza il pilota bolognese ci ha detto la sua sui cambiamenti a tutto campo nel mondo dell’auto.

Dal 1999 a oggi le automobili sono cambiate molto, anche sotto il profilo della sicurezza...
Voglio partire con un esempio: una notte ero in autostrada, mentre tornavo a casa dalla Germania; pioveva ed ero un po’ stanco. Ad un certo punto sono finito con due ruote su una grande pozzanghera. L’auto ha rallentato, ma è rimasta dritta da sola. In quel momento ho apprezzato tantissimo il lavoro del controllo di trazione e di stabilità che l’hanno mantenuta in posizione autonomamente. Senza di questi avrei rischiato di perdere il controllo. Alcune tecnologie nell’auto facciamo fatica a notarle, ma tutti i giorni salvano tantissime vite. Di pari passo, però, c’è sempre più bisogno di fare educazione stradale finalizzata all’attenzione alla guida. Guidando automobili sempre più sicure ed autonome si rischia di abbassare ulteriormente la soglia di attenzione. Bisogna evitare che la nostra incoscienza e distrazione vanifichi l’effetto positivo dato dalla maggiore sicurezza degli autoveicoli.

Siamo passati da berline, wagon e monovolume alle suv. È solo un fatto di moda?
Le tendenze sono sempre pilotate da valide ragioni. Su una suv si entra e si esce con maggiore facilità rispetto alle auto normali; è migliore la visibilità in avanti e, spesso, anche l’abitabilità. Prima questo tipo di veicoli è diventato interessante, e poi di moda. Questo ha portato tanti acquirenti a comprarli anche senza una vera e propria ragione pratica. Dove una suv potrebbe mostrare dei limiti rispetto ad una berlina o una station wagon è nelle doti dinamiche, nel rapporto peso potenza e nell’agilità. Caratteristiche che, tuttavia, interessano sempre meno i guidatori; ora bisogna andare sempre più piano non solo per i limiti di velocità ma per il maggiore traffico e per il buon senso.

Cosa ne pensa dell’elettrificazione?
Secondo me non c’è ancora una visione chiara del futuro. Sull’elettrico non siamo ancora pronti, perché c’è bisogno di tantissima elettricità e quindi grandi batterie per muoversi. Pensare di costruire vetture ancora più pesanti e che richiedono tantissima energia per portare in giro spesso una sola persona ha poco senso. Bisogna poi considerare la filiera della produzione di energia elettrica: come far fronte alla maggiore richiesta? Da quali fonti produrla?

Quale soluzione si sentirebbe di proporre per fronteggiare l’inquinamento derivante dalle auto?
Bisogna ragionare su tecnologie che portano facilmente a soluzioni tangibili. Una può essere produrre auto incredibilmente leggere; esistono le tecnologie per farlo. In città, per esempio, una vettura molto piccola costruita in materiali compositi potrebbe essere spinta da un piccolissimo motore, abbinato ad un sistema di recupero dell’energia in frenata. Un’auto del genere potrebbe garantire già ora consumi bassissimi e emissioni di CO2 notevolmente più basse delle utilitarie attualmente sul mercato. Secondo me in questo momento sarebbe una soluzione più funzionale di un’auto elettrica, considerando anche i molteplici utilizzi che si fanno dell’auto. Produrre vetture leggere oggi non significa più realizzare modelli meno sicuri: i materiali compositi garantiscono degli standard di sicurezza elevati. E, con l’arrivo delle nuove tecnologie di stampaggio dei materiali compositi, anche il costo di produzione si abbasserà notevolmente. Già facendo così si potrebbe abbassare drasticamente le emissioni di anidride carbonica.
Alessandro Zanardi