BIS ARGENTINO - Con il suo consueto bagaglio di grandi numeri e di atmosfera, anche l’edizione 2013 della 1000 Miglia è stata archiviata. Per l’aspetto agonistico i nomi da ricordare sono quelli degli argentini Juan Tonconogy e Guillermo Berisso, che con la loro Bugatti T40 del 1927 sono risultati i più precisi e regolari. Dietro di loro due equipaggi italiani specialisti della regolarità: Giordano Mozzi e Mark Gassler su Alfa Romeo Gran Sport del 1933 e Giovanni Moceri e Tiberio Cavalleri su Aston Martin Le Mans 1933. Da sottolineare che anche l’anno scorso aveva vinto un equipaggio argentino.

SUCCESSO TUTTO BRESCIANO - Forse però i veri “vincitori” della prova sono stati gli organizzatori della 1000 Miglia srl, che hanno superato brillantemente l’esame della loro prima volta. Nei mesi scorsi non era mancato chi manifestava perplessità e dubbi sulla riuscita della manifestazione proprio a causa della presunta inesperienza del gruppo di appassionati bresciani che hanno voluto riportare a Brescia le redini della manifestazione, sotto l’egida del locale Automobile Club.

COSMOPOLITA - Le perplessità erano però evidentemente fuori luogo, in quanto alla 1000 Miglia 2013 non sono mancate certamente le adesioni, provenienti dai cinque continenti e appunto da grandi numeri. Evidentemente il fascino della 1000 Miglia è tale da non risentire di nessuna vicenda organizzativa e nessuno può pensare di “portarsi via” l’anima dell’evento. I partenti sono stati 415, di cui 340 hanno compiuto tutto il percorso, partendo giovedì 16 maggio da viale Venezia a Brescia, facendo tappa a Ferrara e Roma, da dove il 18 mattina i concorrenti sono ripartiti per Brescia. E se tanti sono stati i partecipanti, tantissimi sono stati gli spettatori, soprattutto tenendo conto delle pessime condizioni atmosferiche.

MUSEO MOBILE - Per gli appassionati di auto d’epoca, anche la 31esima edizione della 1000 Miglia è stata una bella occasione per poter ammirare modelli rari e importanti, a partire dalla Bugatti vincitrice, fino alle Ferrari che furono protagoniste negli Anni 50. E oltre ai modelli più celebri, la gara della “Freccia Rossa” (definizione derivante dai cartelli che venivano posti tutto lungo i 1.600 chilometri della gara per indicare il percorso) anche la 1000 Miglia di quest’anno ha permesso di vedere vetture rare, di marche ormai scomparse. Insomma un vero museo viaggiante.

OCCASIONE DA SFRUTTARE - Numerose, e forse fin troppo invadenti, le tante manifestazioni collaterali sempre sotto l’egida della 1000 Miglia, come il Tributo Ferrari, o gli eventi organizzati da case come la BMW e la Mercedes, che quest’anno come gli anni scorsi hanno ampliato a dismisura il passaggio della gara, sino quasi a oscurare il vero evento, riservato alle vetture di modelli che parteciparono alla 1000 Miglia “vera” dal 1927 al 1957.