INDICAZIONI PER IL FUTURO - Lo “spostamento” del 49enne Alfredo Altavilla (nella foto) dalla posizione di amministratore delegato dell’Iveco alla Fiat come capo della regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) del gruppo Fiat, si presta a essere interpretata come un segnale delle strategie prossime future della Fiat. Ciò anche se la nomina al vertice è arrivato per uscita di scena per raggiunti limiti di età del top manager Gianni Coda, il capo dell’Emea a cui succede Altavilla.
ALTO PROFILO - L’importanza del significato attribuibile all’operazione derivano dal profilo di Altavilla, sin dai sui primi impegni in seno alla Fiat, dove entrò nel 1990 dopo la laurea. Come prima attività in Fiat Altavilla si occupò di collaborazioni internazionali. Dopo un periodo come responsabile dello sviluppo strategico è stato in Cina e India, con posizioni di rilievo nel gruppo Fiat. Poi nel 2002 è stato nominato coordinatore dell’alleanza con la General Motors, di cui poi ha assunto la gestione nel 2004. Successivamente è stato anche al vertice della Tofas, la joint venture che la Fiat ha in Turchia, della Fiat Power Technologies e nel 2009 è entrato a far parte del consiglio di amministrazione della Chrysler. Alla fine del 2010 è stato nominato amministratore delegato dell’Iveco. Altro elemento della figura di Altavilla è il suo essere considerato in sintonia con l’amministratore delegato Marchionne, tanto che sulle cronache economiche viene presentato come “fedelissimo”, parlando di “patto di ferro” tra i due.

Il Lingotto, sede della Fiat.
IPOTESI STRATEGICHE - A fronte di questo profilo, c’è la realtà dell’Emea, regione oggi caratterizzata dalle profonde e costose difficoltà del mercato europeo, che quest’anno significherà per la Fiat una perdita nell’ordine di svariate centinaia di milioni di euro e che dunque richiede una guida forte e capace di arginare l’emorragia. La scelta di Altavilla, definito anche come “numero 2” del gruppo Fiat, è dunque interpretabile come momento di una strategia determinata per affrontare il problema Europa. C’è però un’altra chiave di lettura, legata alla grande esperienza internazionale di Altavilla. È l’interpretazione inerente alle ipotesi che vorrebbero la Fiat protagonista di altre alleanze, sempre nell’ottica di rafforzarsi. Secondo questa ottica il lavoro di ricerca e di gestione di nuovi contatti avrebbe in Altavilla un interprete di primo piano.
ALTRE PISTE - C’è però da chiedersi se quella di capo della regione Emea sia la posizione più adatta per una tale missione, visto che in chiave europea la necessità pare piuttosto essere quella di smuovere il mercato e ridurre i costi di produzione. A meno che non si voglia tenere in considerazione la lettera A dell’acronimo Emea, cioè l’Africa, in cui la Fiat non è molto presente e dove Altavilla ha recentemente dimostrato di sapersi muovere con successo: la settimana scorsa in Sud Africa, in qualità di amministratore delegato dell’Iveco, ha firmato un accordo di joint venture con un gruppo locale per la produzione di camion Iveco in una fabbrica sudaficana.






