PAROLA DI INSIDER - La Apple è un’azienda fra le più ricche e redditizie al mondo, impiega i migliori tecnici ed è abituata al successo dei suoi prodotti, che siano smartphone o computer. È alla luce di queste premesse che ad ottobre 2016 suscitò clamore la notizia del ridimensionamento del progetto Titan, che avrebbe dovuto portare alla creazione di una vettura a guida autonoma, un piano fra i più ambiziosi nella storia recente dell’azienda californiana: la Apple aveva intenzione di entrare nel mondo delle quattro ruote e sfidare case automobilistiche tradizionali o società nel ramo dell’elettronica, a partire da Google, all’interno di un territorio ancora inesplorato dove le possibilità di guadagno sono ritenute molto elevate. A distanza di mesi arrivano nuovi particolari che spiegano la decisione, riportati dal New York Times, che ha parlato dell’argomento con persone che facevano parte del progetto all’interno della Apple.
OBIETTIVI TROPPO AMBIZIOSI - Il fallimento sembra essere dovuto alla grande confusione fra le alte sfere dell’azienda, incapaci di stabilire obiettivi chiari e indirizzare così i lavori dei tecnici: alcuni manager volevano realizzare una vettura completamente autonoma, la cui gestione spetta solo all’elettronica, mentre altri spingevano per un modello che può essere controllato all’occorrenza dal guidatore. Una volta scelto il primo ambito d’azione, sono emerse nuove divisioni sul linguaggio di programmazione: alcuni spingevano per il codice proprio della Apple e altri per il più comune C++. L’azienda californiana non voleva realizzare “semplicemente” una vettura a guida autonoma, ma rivoluzionare il mercato delle auto con soluzioni tecniche mai viste prima: i tecnici erano incentivati a proporre soluzioni all’avanguardia e ipotizzarono una nuova tecnologia radar per i sensori, l’utilizzo della realtà aumentata per dialogare con i pedoni e il passaggio a ruote sferiche, per aumentare la mobilità laterale dell’auto. Troppo anche per un'azienda con risorse economiche praticamente illimitate come la Apple.
SI LAVORA AL SOFTWARE - Tutte queste idee non hanno fatto altro che appesantire il programma e renderlo ancora più confuso. Il New York Times rivela che la Apple non ha mai fornito una visione chiara sul progetto Titan, ma in compenso fissava scadenze troppo ottimistiche e cambiava di frequente le priorità. Il progetto naufragò nell’estate 2016, quando il suo capo prese un'aspettativa per motivi personali. Al posto di Steve Zadesky venne nominato Bob Mansfield, che scelse un approccio più conservativo e rigoroso, diminuendo il numero di persone al lavoro sull’auto e spostando gli obiettivi verso soluzioni software per le future auto con il pilota automatico. I frutti del progetto Titan dovrebbero vedersi su una vettura a guida autonoma da utilizzare all’interno della nuova mega sede della Apple a Cupertino, mentre i tecnici rimasti stanno continuando a lavorare sul software.