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Arval: un aiuto per i bambini dell'ospedale Meyer

Pubblicato 10 ottobre 2014

La principale azienda di noleggio in Italia farà una donazione per ogni veicolo immatricolato.

Arval: un aiuto per i bambini dell'ospedale Meyer
LA STRADA GIUSTA - Arval, leader in Italia per il noleggio a lungo termine e nella gestione delle flotte aziendali (135.000 i veicoli circolanti solo nel nostro paese), ha lanciato il progetto "Sulla Strada Giusta", a sostegno del Trauma Center dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, che si occupa della cura dei bambini vittime di incidenti. L'iniziativa prevede che l'Arval doni un euro per ogni nuovo veicolo immatricolato da ora in avanti. In più, l'azienda si è impegnata a raddoppiare qualunque offerta fatta alla causa dai suoi dipendenti e collaboratori.
 
CHIUNQUE PUÒ CONTRIBUIRE - La raccolta fondi ha anche un carattere partecipativo: già oggi l'azienda che rifornisce di caffè tutte le sedi italiane della Arval donerà 2 centesimi di euro per ogni caffè consumato e anche i privati cittadini o altre aziende possono contribuire alla causa. Sul sito www.sullastradagiusta.it, infatti, si può effettuare direttamente una donazione. I fondi raccolti saranno usati per l'acquisto di attrezzature mediche e borse di studio per potenziare lo staff medico dell’ospedale pediatrico.
 
ALMENO 40.000 EURO L'ANNO - La serata di presentazione è stata anche l'occasione per uno scambio di battute col direttore generale di Arval Italia, Grégoire Chové (a destra nella foto sopra, insieme con Leonardo Bussolin, responsabile del Trauma Center Pediatrico dell’azeinda ospedaliero-universitaria Meyer).
 
 
Quanto peserà il contributo di Arval?
Risposta: in media immatricoliamo 40.000 veicoli l'anno, quindi almeno altrettanti euro. Senza poi contare le donazioni dei nostri collaboratori. Già oggi, quando abbiamo svelato il progetto in azienda, hanno contribuito in molti.
 
Perché avete scelto proprio il Meyer?
R. Dalle nostre ricerche, il 60% dei bambini viene trasportato in auto in condizioni non sicure: senza cintura, ad esempio, o con il seggiolino mal posizionato. E il Meyer è una realtà unica in Italia per la cura di bambini vittime di incidenti stradali: è sì locale, ma purtroppo raccoglie pazienti da tutto il paese.
 
Quanto avete impiegato per definire il progetto?
R.: A differenza di altre iniziative, di cui si parla per anni ma poi finiscono in un nulla di fatto, per "Sulla Strada Giusta" ci abbiamo messo pochissimo. Sette, otto mesi al massimo. E speriamo diventi come una valanga, che cresca sempre di più.
 
Vi siete posti un orizzonte temporale per questa raccolta?
R.: No: non è "a scadenza". E, anzi, non escludiamo in futuro di estendere l'iniziativa ad altre realtà italiane.


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Ritratto di ilpongo
10 ottobre 2014 - 16:31
5
Mah, sarà venerdì e vado per le 50 ore pure sta settimana, ma sono cinico: qualche reminescenza di catechismo mi fa ricordare che nella carità non dovrebbe sapere la mano destra cosa fa la sinistra e quì si pubblicizza a tutto spiano! La Arval immatricola 40mila auto l'anno? Bene! Se avesse dato 40 o, facciamo tondo, 50 mila euro in beneficienza silenziosa cosa sarebbe cambiato? Si occupa di noleggi a lungo termine, non è che le Poste cambieranno il parco auto per aiutare il Meyer! Come il fornitore di caffè delle macchinette all'interno della sede dell'Arval: non è che i dipendenti si spareranno litri di caffeina per aiutare il Meyer!. Mah, che almeno aver ricordato che esiste giovi a contribuzioni volontarie!

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