LA STRADA GIUSTA - Arval, leader in Italia per il noleggio a lungo termine e nella gestione delle flotte aziendali (135.000 i veicoli circolanti solo nel nostro paese), ha lanciato il progetto "Sulla Strada Giusta", a sostegno del Trauma Center dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, che si occupa della cura dei bambini vittime di incidenti. L'iniziativa prevede che l'Arval doni un euro per ogni nuovo veicolo immatricolato da ora in avanti. In più, l'azienda si è impegnata a raddoppiare qualunque offerta fatta alla causa dai suoi dipendenti e collaboratori.
CHIUNQUE PUÒ CONTRIBUIRE - La raccolta fondi ha anche un carattere partecipativo: già oggi l'azienda che rifornisce di caffè tutte le sedi italiane della Arval donerà 2 centesimi di euro per ogni caffè consumato e anche i privati cittadini o altre aziende possono contribuire alla causa. Sul sito
www.sullastradagiusta.it, infatti, si può effettuare direttamente una donazione. I fondi raccolti saranno usati per l'acquisto di attrezzature mediche e borse di studio per potenziare lo staff medico dell’ospedale pediatrico.
ALMENO 40.000 EURO L'ANNO - La serata di presentazione è stata anche l'occasione per uno scambio di battute col direttore generale di Arval Italia, Grégoire Chové (a destra nella foto sopra, insieme con Leonardo Bussolin, responsabile del Trauma Center Pediatrico dell’azeinda ospedaliero-universitaria Meyer).
Quanto peserà il contributo di Arval?
Risposta: in media immatricoliamo 40.000 veicoli l'anno, quindi almeno altrettanti euro. Senza poi contare le donazioni dei nostri collaboratori. Già oggi, quando abbiamo svelato il progetto in azienda, hanno contribuito in molti.
Perché avete scelto proprio il Meyer?
R. Dalle nostre ricerche, il 60% dei bambini viene trasportato in auto in condizioni non sicure: senza cintura, ad esempio, o con il seggiolino mal posizionato. E il Meyer è una realtà unica in Italia per la cura di bambini vittime di incidenti stradali: è sì locale, ma purtroppo raccoglie pazienti da tutto il paese.
Quanto avete impiegato per definire il progetto?
R.: A differenza di altre iniziative, di cui si parla per anni ma poi finiscono in un nulla di fatto, per "Sulla Strada Giusta" ci abbiamo messo pochissimo. Sette, otto mesi al massimo. E speriamo diventi come una valanga, che cresca sempre di più.
Vi siete posti un orizzonte temporale per questa raccolta?
R.: No: non è "a scadenza". E, anzi, non escludiamo in futuro di estendere l'iniziativa ad altre realtà italiane.