QUI C’È DAVVERO “TANTA ROBA” - Anche se le scritte “superleggera” in corsivo sul cofano non corrispondono propriamente alla realtà (la massa di 1770 kg è superiore a quella della maggioranza delle più celebrate supercar...), non c’è dubbio che la Aston Martin DBS Superleggera sia “superpotente” e alzi parecchio l’asticella delle prestazioni. Il suo 5.2 V12 produce 725 CV e ben 900 Nm di coppia a soli 2000 giri, e al momento di rilevare le prestazioni abbiamo avuto il nostro bel daffare per sfruttarla allo spunto: infatti, la DBS non è provvista di “launch control” (cioè di un sistema che ottimizzi l’accelerazione nella fase della partenza da fermo), ma solo di un dispositivo (gestito dalla centralina del motore) che limita la potenza a 600 CV nelle prime tre marce. Nonostante questo accorgimento, la coppia è tale che la vettura scoda, recalcitra e spinge con tale veemenza da far sembrare che, dietro, l’asfalto si arricci tutto.
MEGLIO NON PRENDERSI CONFIDENZE - Siamo certi che con un efficiente sistema di lancio la Aston Martin DBS Superleggera sarebbe scesa anche al di sotto dei 3” netti nello 0-100 (coi nostri strumenti abbiamo rilevato 3”2), ma poi la progressione del motore è tale che il tempo perso in scodate allo spunto viene ampiamente recuperato: si arriva a 200 orari dopo 9”4 e a 300 in 28”8. A tanta esuberanza prestazionale, si associa una guida che, pur piacevole andando a spasso, si fa più “complicata” quando vien voglia di spingere. Bastano due sole curve per capire che bisogna essere dei piloti davvero esperti per sfruttare a fondo la supercar inglese. A ogni buon conto, nel caso si esageri, si può contare su un Esp efficiente e su freni carboceramici (di serie) tanto pronti e potenti da togliere il fiato (da 100 km/h la DBS si ferma in appena 32,4 metri). Della esuberante supercar vi racconta tutto la videoprova qui sotto. E le pagine che abbiamo dedicato alla supercar nel numero di alVolante di giugno 2019: lì troverete tutti dati rilevati dal nostro centro prove.