SUBITO UN SUCCESSO - Quasi identica all’accattivante show car che ne anticipò le forme nel 1995, la prima generazione dell'Audi TT (disponibile con carrozzeria coupè o spider) ha superato a pieni voti la prova del tempo. E non solo per la linea: i motori, 1.8 turbo o 3.2 V6, sono fluidi, affidabili e ricchi di cavalli. Se poi si sommano finiture degne della fama del marchio, non sorprende che la TT sia balzata in cima ai desideri di molti.
LO SPOILER È ARRIVATO DOPO - La base meccanica dell'Audi TT, con trazione anteriore o 4x4 e cambio manuale o robotizzato a doppia frizione, è quella della berlina A3 e contribuisce a una guida gradevole. Ma attenzione: nei primi due anni, alcuni incidenti avvenuti ad alta velocità fecero capire che la carrozzeria faceva un po’ da ala, rendendo l’auto instabile. La casa intervenne (anche sulle vetture già vendute, per chi voleva) agendo su sospensioni ed Esp e montando uno spoiler posteriore. E oggi? Trovarne una non è difficile, i prezzi non sono folli e la reperibilità dei ricambi consente di rimettere a nuovo pure le più “vissute”.
UN RÉTRO CHE NON INVECCHIA - La vera chiave del successo dell'Audi TT prima serie risiede nelle forme, dirompenti per l’epoca. Caso più unico che raro, l’auto che entrò in produzione nel 1998 era quasi uguale al concept che la casa aveva svelato al Salone di Francoforte tre anni prima. Cambiava solo il montante, che nel prototipo era più spesso, senza finestrino. Lo stile si deve a Freeman Thomas, allora in forze al centro stile californiano del gruppo Volkswagen. Dalla sua matita era nato il prototipo del Maggiolino degli anni 2000, e si nota che questa coupé è frutto della stessa mano. Una mano felice, dato che gli stilemi principali (i fianchi alti, la simmetria tra frontale e coda, il tetto “a cupolino” e gli ampi passaruota) sono rimasti fino alla terza serie appena uscita di produzione.
LA ROADSTER - Chi ama guidare con l’aria tra i capelli (e può fare a meno dei due minuscoli sedili posteriori delle coupé) può scegliere un'Audi TT Roadster (nella foto qui sopra). Occhio, però, alla capote in tela, che non è indistruttibile: per il solo ricambio (non originale, ma di qualità) servono più di 1.000 euro. Pur perdendo un briciolo di fascino rispetto alla variante col tetto in lamiera, la linea cattura l’occhio, e con una sessantina di chilogrammi in più sul piatto della bilancia la guida cambia poco: quest’auto non sarà una sportiva pura, ma la seduta bassa e la precisione di sterzo e cambio fanno quasi scordare la berlina da cui deriva. Nelle “quattro” a trazione integrale, poi, un giunto Haldex ripartisce la potenza tra i due assi, fornendo più grip all’uscita delle curve e sui fondi più insidiosi. Rispetto alle coupé ne hanno fatte poco più della metà, ma se ne trovano parecchie, con prezzi solo di poco più elevati a parità di stato di conservazione.
LE VERIFICHE DA FARE
LA SCHEDA TECNICA (1.8 TURBO 180)
Carburante/cilindrata cm3 | benzina/1781 |
N. cilindri e disposizione | 4 in linea |
Distribuzione | 5 valvole per cilindro |
Potenza kW (CV)/giri | 132 (180)/5500 |
Coppia Nm/giri | 235/1950 |
Cambio | manuale a 5 marce + “retro” |
Trazione | anteriore |
Freni ant./post. | dischi autoventilanti/dischi |
Passo cm | 243 |
Peso in ordine di marcia kg | 1340 |
Pneumatici di serie | 225/45 R 17 |
Velocità max km/h | 222 |
0-100 km/h s | 8,1 |
Consumo medio km/l | 12,2 |