RINCARI A BREVE - Dal primo luglio 2010, prepariamoci a pagare di più per accedere alla rete autostradale. Per effetto dell'articolo 15 della recente manovra da 24 miliardi di euro voluta dal governo Berlusconi, sono previsti aumenti tra l'1,5% e il 5,5%. Ulteriori rincari sono inoltre in programma a partire dal primo gennaio 2011.
E GLI UTENTI PAGANO - All'interno dell'articolo 15 (lo stesso che ha reso a pagamento il Grande Raccordo Anulare di Roma, qui la news), il comma 4 prevede che le concessionarie autostradali debbano pagare un sovracanone all'Anas proporzionale alla lunghezza dei tratti in concessione. In poche parole società come Autostrade per l'Italia saranno obbligate a pagare di più per gestire le autostrade di competenza di proprietà dell'Anas con la conseguenza che questi aumenti finiranno tutti sulle “spalle” degli automobilisti. Secondo quanto riporta oggi Il Sole24Ore, Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia e Autostrade per l'Italia, non ha dubbi in merito: “L'obbiettivo di sanare il bilancio dell'Anas è sacrosanto ma quegli aumenti saranno trasferiti sulle tariffe e sugli utenti”.
COME FUNZIONANO - Vediamo in dettaglio cosa prevede il sovracanone. Secondo il decreto legge del governo, le società concessionarie dovranno pagare l'Anas un millesimo di euro per chilometro per le prime due classi di pedaggio (moto, auto, suv, caravan e furgoni) e tre millesimi di euro per i veicoli con più di tre assi come i tir. Dal primo gennaio 2011, queste tariffe si raddoppieranno e si passerà rispettivamente a due e sei millesimi. Conti alla mano, secondo uno studio condotto da Il Sole24Ore, la maggior parte dei rincari non dovrebbe superare il 3,5%. Faranno eccezione i veicoli con più di due assi che si troveranno a pagare fino al 5,5% in più per entrare in autostrada.