Anche in questo caso parliamo di perdita economica per la casa madre: la Fiat Stilo, infatti, per molti non è stata un flop, in particolare per chi l’ha acquistata e guidata, e viene spesso considerata un’auto affidabile e che sapeva il fatto suo. Il problema è che alla Fiat costò più di 2 miliardi di euro. L’obiettivo della casa torinese in quel periodo era battere la concorrenza tedesca sul fronte della tecnologia: infatti, a bordo della Fiat Stilo troviamo i sensori di parcheggio, il navigatore con display a colori, servosterzo a controllo elettronico, cruise control e display digitale per il quadro strumenti.
La battaglia con la concorrenza fu però drammaticamente persa: la presenza di queste tecnologie incrementò il peso della vettura e influì negativamente anche sull’affidabilità, cosicché dopo 4 anni, dal 2005, la Fiat Stilo subì un restyling importante, fu privata delle tecnologie sopra citate e dotata di allestimenti più semplici. Non bastò per rientrare con i costi, considerando che la Fiat, per recuperare le perdite, avrebbe dovuto vendere 200.000 Stilo all’anno, e invece ne vendette quasi 800.000, ma in 9 anni. Questi numero fecero della Stilo l’auto più costosa sviluppata dalla Fiat, che perse in totale oltre 2 miliardi di euro (circa 2.500 euro per ogni Stilo venduta). La produzione terminò nel 2010.