SUPERATA QUOTA DUE EURO - Fino a 2,008 euro al litro: questo è quanto si sono visti chiedere ieri alcuni automobilisti italiani. Il prezzo, rilevato da Quotidiano Energia, si riferisce alla “verde” in modalità servito e fuori dalle autostrade (dove, di solito, i prezzi sono mediamente ancor più salati). Tra le cause dell'aumento, il regime di cambio dell'euro (parte del petrolio si paga in dollari) e la fortissima pressione fiscale sui carburanti. Nel nostro paese, infatti, su ogni litro di verde “gravano” ben 0,728 euro di accise e 0,314 euro di iva.
L'ULTIMO RINCARO - Sulle accise, in particolare, pesa l'ultimo rincaro: l'11 agosto, infatti, il governo ha aggiunto ulteriori 0,51 centesimi di euro (iva compresa) su ogni litro di benzina, al fine di finanziare le opere di ricostruzione dopo il terremoto in Emilia. In teoria, questa ultima “mazzata” dovrebbe essere temporanea e limitata al 31 dicembre 2012. Ma l'Italia non è nuova a operazioni provvisorie che diventano definitive: per restare sui carburanti, ad esempio, paghiamo ancora oggi accise “temporanee” per la Guerra in Abissinia del 1935, per l'alluvione di Firenze del 1966 o le missioni in Libano (1983) e in Bosnia (1996).
MA IN FRANCIA TAGLIANO - A conti fatti, nel nostro paese il peso fiscale su un litro di benzina supera ormai l'euro e non si vedono segnali di una prossima diminuzione. Al contrario, in Francia, il governo Hollande ha annunciato che darà seguito alle promesse elettorali e ridurrà la pressione dello stato sui carburanti. Anche oltralpe, infatti, benché il costo industriale e la tassazione dei carburanti siano più bassi di quelli italiani, il prezzo alla pompa è già vicino ai due euro per un litro di benzina. Per questo, il primo ministro Jean-Marc Ayrault ha annunciato una “modesta” e “provvisoria” riduzione delle tasse sui carburanti, articolata come una riduzione dell'iva (attualmente, su benzina e gasolio è al 19,6%) e della tassa interna di consumo sui prodotti energetici. I dettagli verranno comunicati a giorni.