Da inizio anno i prezzi dei carburanti sono cresciuti in gran parte d’Italia in concomitanza con l’eliminazione del taglio delle accise. Da più parti, però, c’è stato chi ha accusato i distributori di speculare alle spalle degli automobilisti a causa di rialzi considerati spropositati. Ed è per questo che ora i benzinai hanno deciso di proclamare uno sciopero in segno di protesta per difendere la propria posizione. La serrata è prevista dalle 19 del 24 gennaio alle 7 del 27 gennaio 2023.
"Per porre fine a questa 'ondata di fango' contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità - scrivono in una nota le sigle sindacali Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio - le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete". Oltre all’astensione dal servizio, sono previsti in parallelo anche "una campagna di controinformazione sugli impianti e un presidio sotto Montecitorio”, in modo tale che si eviti di continuare a parlare di atteggiamento scorretto e speculazione.
La categoria ci tiene a sottolineare anche come i rialzi dei prezzi del servizio non comportino un aumento dei loro guadagni, che sono sempre piuttosto esigui. Ed è bene che i consumatori lo sappiano: “Sono state svolte azioni politiche irresponsabili e di inusitata gravità nei confronti di una intera categoria di onesti operatori economici che basano la loro attività su un margine fisso pro litro di 3 centesimi lordi al litro, garantendo allo Stato, a proprio rischio e pericolo, in alcuni casi della vita, un introito di circa 40 miliardi l'anno di gettito".
A tutela dei consumatori, il governo ha previsto l’obbligo di indicare in maniera chiara il prezzo medio del carburante a fianco di quello praticato. Il premier Giorgia Meloni, dal canto suo, ha però anche difeso le decisioni prese fino ad ora, sottolineando che un’ulteriore proroga del taglio delle accise avrebbe impedito di mettere in atto altri aiuti destinati ai cittadini.
Il Ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ritiene comunque che lo sciopero sia “un legittimo diritto dei benzinai”. Non solo, continua a essere convinto, come riferito al Corriere della Sera, che “l'operazione trasparenza avviata dal governo per i prezzi e controlli sarà efficace". Il sottosegretario alla presidenza con delega all'attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari, continua invece a sottolineare quale sia l’obiettivo fondamentale che si è prefisso l’esecutivo: “La benzina non è a 2 euro e mezzo, nei distributori normali è a 1,8 euro circa, le misure sono tutte rivolte a mettere un freno a chi fa fenomeni speculativi. Le abbiamo immaginate a tutela dei distributori”.
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