I benzinai avevano annunciato uno sciopero previsto per le giornate del 25 e del 26 gennaio per difendersi dalle accuse di speculazione arrivate nei loro confronti dopo l’incremento dei prezzi dei carburanti. I sindacati di categoria, infatti, hanno sottolineato che quello che sta accadendo è solo frutto dell’eliminazione del taglio delle accise e non della volontà di fare soldi sulle spalle degli automobilisti. Le sigle sindacali Faib, Fegica e Figisc/Anisa si sono incontrate con i rappresentanti del governo e hanno così deciso di congelare, almeno per ora, la sospensione dal servizio.
Il vertice odierno è servito per chiarire la posizione dei gestori: “È stata ripristinata una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l'aumento dei prezzi” - hanno detto i sindacati. Ora si attende quindi il nuovo decreto annunciato dall’esecutivo prima di prendere una decisione definitiva e capire come muoversi. Non sono mancate però le critiche per quanto fatto dall’esecutivo in questi ultimi giorni: “Il governo ha capito di aver sbagliato accusandoci di speculazione per i rincari e per salvare la faccia ha fatto due cose inutili, e forse illegali: ci ha imposto di esporre i prezzi medi nazionali dei carburanti, e questa può essere una violazione delle norme antitrust, e poi ci ha obbligato alla comunicazione quotidiana, anziché settimanale, degli aggiornamenti di prezzo, moltiplicando così il rischio di sanzioni da 1032 euro e di sospensione delle licenze in caso di reiterazione”.
I benzinai hanno approfittato dell’occasione anche per fare una richiesta esplicita al governo, che potrebbe servire a ridurre almeno in parte il malcontento attuale: “Tagliare le accise, in maniera permanente, sarebbe un'ottima cosa - sono le parole del presidente del sindacato dei benzinai Figisc Anisa Confcommercio Bruno Bearzi -. Per recuperare risorse il governo dovrebbe impegnarsi contro l'evasione fiscale nella distribuzione dei carburanti: il 30% dell'erogato è in nero, e questo corrisponde a un mancato introito per le casse dello Stato di 12 o 13 miliardi all'anno”.
PROROGATO IL BONUS BENZINA. Il governo intanto ha preso un’altra decisione importante di cui potranno beneficiare tantissimi automobilisti. È stato infatti prorogato fino a fine 2023 (era valido fino a marzo) il bonus benzina del valore di 200 euro, che permette ai lavoratori di ricevere un aiuto economico per sostenere le spese previste per il rifornimento auto. Spetta però esclusivamente ai datori di lavoro decidere a chi concederlo, anche se chi si trova in una situazione di difficoltà potrebbe segnalarla. Il bonus non concorre alla formazione del reddito, condizione che lo rende esente da tasse, imposte e contributi. È inoltre deducibile ai fini Irpef e Ires.
A beneficiarne potranno essere tutti i lavoratori dipendenti di aziende private, compresi gli studi professionali e gli enti del terzo settore che svolgono attività non commerciale. Non è necessario presentare alcuna domanda, né sono previsti requisiti particolari per quanto riguarda tipo e durata del contratto. L’incentivo può essere erogato secondo due differenti modalità: come buoni carburante; come fringe benefits, considerando che per i buoni benzina il limite di importo è 258,33 euro.