FATTA IN CASA - “Non riuscivo a trovare l’auto sportiva dei miei sogni, così l’ho costruita da solo”. La frase, celebre tra gli appassionati di motori, è di Ferdinand Porsche. Più di settant’anni dopo, lo stesso desiderio di lasciare il segno nel mondo dell’auto anima Matteo Bertezzolo, che alla guida della Bermat, start up automobilistica da lui fondata nel 2015 a Rovereto, trenta chilometri scarsi a sud di Trento, mostra al mondo intero la sua personale idea di super sportiva all’italiana.
PRIMA VIENE LA PISTA - La prima versione della Bermat GT, svelata al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, si chiama Pista e anticipa la versione di produzione che sarà disponbile prima con motore a scoppio e, successivamente, con motore elettrico. Il fulcro intorno al quale ruota l’intero progetto, realizzato con il supporto della JAS Motorsport, azienda specializzata nella realizzazione di auto da corsa, è il telaio. Una struttura basata sulla tecnologia micro-modulare, composta da una cellula abitativa in fibra di carbonio e da due telaietti anteriore e posteriore in acciaio alto resistenziale, perfettamente “in grado di adattarsi a diverse soluzioni meccaniche di stile e, quindi, di ottimizzare il processo realizzativo di auto artigianali in un’ottica semi-industriale”, spiega Bertezzolo.
METODO CLASSICO - Costruita interamente in fibra di carbonio con tecnologie mutuate dalla Formula 1, la Bermat GT-Pista è leggerissima: appena 1.000 kg a vuoto. Lunga 4,6 metri, larga 2 e alta 1,2, con un passo di 2,6 metri accoglie comodamente dietro i sedili un motore quattro cilindri in linea. Disposto in senso longitudinale, il motore “duemila” sovralimentato della Honda eroga una potenza compresa tra 300 e 400 CV, a seconda della configurazione, e una coppia massima di 450 Nm. Il cambio a sei rapporti, azionabile attraverso le classiche palette poste dietro il volante, è del tipo sequenziale a innesti frontali, mentre le sospensioni a triangoli sovrapposti con sistema push rod e ammortizzatori regolabili sono derivate dalle competizioni.
FORME CHE VENGONO DA LONTANO - La linea, moderno omaggio alle forme delle più belle supercar italiane del passato, è opera dello Studio Camal, i cui designer - chiosa il responsabile del centro stile torinese, Alessandro Camorali - “sono partiti da un oggetto volante non identificato riportato a terra”. La fiancata è filante e slanciata, il muso punta l’asfalto con un andamento molto spiovente, mentre la coda, con i suoi parafanghi “pinnati”, vuol essere un richiamo ai grandi viaggi nello spazio degli Anni 60. Molto scenografica la cupola che racchiude l’abitacolo, a cui si accede attraverso portiere ad ali di gabbiano.
DENTRO SI STA COME SU UN AEREO - L’abitacolo della Bermat GT-Pista, asciutto ed essenziale come si conviene a un’auto concepita per la velocità pura, è molto curato nei particolari, come dimostra il rivestimento in fibra di carbonio della plancia sospesa a mezz’aria al centro della quale è incastonata una rotella da cui si gestiscono le principali funzioni dell’auto. Inediti i sedili OMP, abbinati nelle finiture ai colori dell’auto e progettati per contenere il corpo del pilota e del passeggero, che nella guida sportiva hanno un ulteriore sostegno nei pannelli delle portiere, anch’essi in carbonio.
COSTERÀ MENO DI 200.000 EURO - L’approdo sul mercato della Bermat GT-Pista è atteso per la prima metà del 2022 con un prezzo stimato inferiore a 200.000 euro. Seguiranno, nella seconda metà del prossimo anno, altre due versioni: una stradale, con motore endotermico, e un modello completamente elettrico sul quale l’azienda trentina sta già lavorando insieme a Beond, spin off del Politecnico di Torino specializzata in ricerca e sviluppo di nuove tecnologie nel campo automobilistico.