IL PIANO DI BATTAGLIA - Flavio Briatore negli ultimi tempi se ne era stato in disparte. Radiato dalla Formula 1 con l’accusa di avere orchestrato l’incidente del suo pilota Nelson Piquet nel GP di Singapore del 2008 per favorire la vittoria dell’altra vettura guidata da Fernando Alonso, Briatore in realtà preparava la battaglia.
Visto ad Abu Dhabi in occasione dell’ultimo Gran Premio della stagione, ma ovviamente lontano dal circuito e ospite su qualche barca, Briatore chiederà alla FIA un milione di euro come risarcimento.
SYMONDS CON BRIATORE - Con lui, Pat Symonds, il direttore tecnico della Renault, squalificato per cinque anni e anch’esso implicato nella vicenda. Tutto era nato per le rivelazioni dello stesso Piquet, il quale una volta licenziato a stagione 2009 in corso dallo stesso Briatore, ha deciso di spifferare tutto.
C’è stata un’indagine e la FIA ha accertato la colpevolezza dei dirigenti sportivi del team Renault. La Casa francese rischiava l’esclusione dalla F1, ma licenziando i due presunti colpevoli, ha ricevuto una “pacca sulla spalla” dall’ex presidente Max Mosley.
L’ODIO DI MOSLEY - Ora Briatore contesta la procedura del processo tenuto nei suoi confronti dalla FIA, non ritenendolo equo e contro le leggi francesi e lo stesso regolamento internazionale della Federazione. Sostiene che sia stata una vendetta ordita da Mosley nei suoi confronti.
Briatore infatti, era colui che maggiormente aveva tentato di rompere con la Federazione lanciando l’idea di un campionato alternativo. Numerosi gli scontri verbali, a distanza, con lo stesso Mosley. Briatore ha coinvolto tra coloro sui quali punterà il dito anche Bernie Ecclestone.



