DIECI ANNI - Con la calma che si addice alla concezione dei capolavori, la
Bugatti sta sgrezzando l'erede della Veyron (
nella foto) che, tra innumerevoli varianti e allestimenti è sulla breccia dal 2005. I bene informati sostengono che si chiamerà
Bugatti Chiron (da pronunciare rigorosamente alla francese, visto che è il cognome del pilota monegasco Louis Chiron), che “brucerà” il passaggio da 0 a 100 km/h in meno di 2”5 e che disporrà di qualcosa come 1.500 CV o giù di lì.
AMPIAMENTE RIVISTA - Più leggera, più maneggevole e più reattiva: questa deve essere la Bugatti Chiron rispetto alla Veyron secondo i tecnici Bugatti. Ora ci sono delle concorrenti formidabili sul mercato: LaFerrari, Porsche 918 Spyder e McLaren P1. Secondo le indiscrezioni la piattaforma sarà quella attuale, ma più del 90% dei componenti sarà inedito. Sotto il cofano c'è ancora il W16 da 8 litri, aggiornato con l'iniezione diretta e sovralimentato con quattro turbocompressori, almeno due dei quali dovrebbero essere elettrici. Oltre al robusto incremento di potenza nell'ordine dei 300 CV, la coppia (sui 1.500 Nm) dovrebbe essere erogata in modo ancor più immediata, senza ritardo.
ALI ANTIDECOLLO - La trasmissione della Bugatti Chiron dovrebbe essere affidata a un cambio robotizzato a sette marce, con doppia frizione; la trazione è integrale sulle quattro ruote. La velocità che si vocifera per la Chiron è nell'ordine dei 460 km/h, una trentina in più della Veyron Super Sport. L'aerodinamica si preannuncia finalizzata a mantenere stabile e ancorata al terreno la Chiron a velocità più consone al decollo che alla marcia stradale, con flap attivi e un'enorme ala posteriore incaricata di creare deportanza; i freni sono (ovviamente) carboceramici.
PORTE BOCCIATE - Difficile dire quando la Bugatti Chiron avrà una forma definitiva, anche se è ipotizzabile che ciò avvenga nel 2016: a quanto pare i grandi capi del gruppo VW, Piëch e Winterkorn, avrebbero bocciato il giro portiere della prima concept, a causa di un angolo di apertura troppo risicato e di un design giudicato poco convincente. La conseguente reingegnerizzazione ha comportato un ritardo realizzativo di qualche mese: c'è chi è disposto a sopportarlo. E a sborsare un paio di milioni di euro per sedersi al volante della futura Chiron, osservando davanti a sé un tachimetro scalato a quota 500 km/h.