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Car pooling aziendale: facciamo il punto

Pubblicato 25 settembre 2020

I viaggi condivisi fra colleghi erano in crescita fino a dicembre 2019, ma poi è arrivata la pandemia.

Car pooling aziendale: facciamo il punto

PIÙ RISPARMIO, MENO SMOG - Il car pooling è la condivisione dell’auto per un viaggio: il guidatore, via app o sito internet, pubblica l'annuncio con il tragitto da percorrere e altri utenti, se la destinazione è analoga o vicina a quella che devono raggiungere, lo pagano per occupare i posti vuoti della vettura. Ciò offre molti vantaggi, dal contenimento delle spese alla riduzione di inquinamento e traffico. E infatti il car pooling stava prendendo piede anche in Italia, pure in ambito aziendale: a dicembre 2019, stando alla piattaforma online di car pooling JoJob, 299 società mettevano a disposizione programmi di trasporto condiviso per i loro dipendenti. 

FENOMENO IN CRESCITA - L'aumento dei viaggi condivisi per lavoro è confermato dai numeri. A dicembre 2019, c’erano 350.000 dipendenti iscritti alle tre piattaforme di car pooling aziendale presenti in Italia, ovvero BePooler, JoJob e Up2Go. Questi utenti avevano effettuato il 25% di viaggi in più rispetto al 2018, per un totale di 13 milioni di chilometri condivisi. Rispetto ai dati del 2018, è aumentata anche la distanza media di viaggio: 28,3 km. In più del 50% dei casi, il tempo di viaggio è stato fra undici e trenta minuti, mentre la fascia di distanza più frequente è stata quella fra 25 e 30 km. Si trattava insomma di un settore in crescita. 

RIPARTENZA - Poi è arrivato il coronavirus e l’espansione del car pooling ha subito un brusco stop: non soltanto perché i viaggi per lavoro si sono quasi del tutto interrotti durante il lockdown, ma per l’attuale diffidenza a condividere l’auto con altre persone, complice la paura di contrarre il virus. E così, nei mesi più duri della pandemia, il settore del car pooling si è ridotto fino all’80%. Attualmente la situazione è ancora ben lontana dalla normalità, perché il calo a inizio settembre era pari al 50% rispetto a dicembre 2019, ma nelle prossime settimane, secondo quanto emerso dalla recente IV Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, è attesa una ripresa del carpooling aziendale. 

IL MODELLO È LA FRANCIA - La ripresa, secondo gli esperti del settore, può essere incentivata dal fatto che il car pooling è più sicuro rispetto ad un viaggio con i mezzi pubblici: con le dovute precauzioni, i viaggi condivisi permettono ai passeggeri di circoscrivere il numero di persone con cui entrano in contatto, riducendo le possibilità di contagio. Ed è per questo che i rappresentanti delle piattaforme BePooler, JoJob e Up2Go chiedono un intervento da parte delle autorità pubbliche. Il modello è la Francia, dove è stata avviata una politica di sostegno del car pooling.



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Ritratto di 1951
26 settembre 2020 - 09:46
Dovrebbero fare auto piccole adatte alle città altro che carpooling. Stupidaggini non realistiche. Invece l'industria per suo interesse ffa auto cassettoni sempre più grandi che creano problemi nelle città. Dove si parcheggia un suv mostruoso anni fa si mettevano due panda. A ognuno le sue riflessioni.
Ritratto di ste74
27 settembre 2020 - 13:41
Nelle città NON ci dovrebbero essere del tutto le auto, ma mezzi pubblici efficienti.
Ritratto di Miti
26 settembre 2020 - 17:15
1
Ma quella mente di genio che dice che condividendo l'auto con un altra persona magari conteggiata ma senza sintomi in uno spazio chiuso come l'abitacolo di un auto è più sicuro di un pullman dove magari si rispettano le distanze e le norme in atto ? Certo che senti certi personaggi a sparare delle cose... Così circoscrivi i contagi ? Ma ti sei bevuta il cervello cara redazione ? Nessun mezzo non può essere sicuro. Vedi India ad esempio. O la Cina. O l'America latina. Dove la gente di distanze sui mezzi .... Sul lago Maggiore tre settimane fa c'era un botto di turisti francesi senza traccia di mascherina. Sulle navi che attraversano il lago molto bravo il personale. Anche con biglietto non accettavano che salivano a bordo. Anche in auto se c'erano. Modello francese ? Basta contare i contagi di questi giorni. Altro che modello. Non sarà l'Italia un modello di paese ma vi garantisco che veramente la gran parte della gente ha capito quanto è pericoloso questa schif***ezza di virus. Che ovviamente anche qui sono dei irresponsabili ok ...ma garantisco molto di meno. Un altro esempio. A Sturgis nei Stati Uniti raduno di moto annuale. Oltre 250 k persone. In piena pandemia. Vedete voi.
Ritratto di ste74
27 settembre 2020 - 13:55
Di certo c'è che i mezzi di (dis)informazione fanno dell'inutile terrorismo riguardo alla contagiosità di questo virus. Sta di fatto che gli asintomatici (97% di chi è dichiarato positivo) non sono contagiosi e che i provvedimenti presi da varie autorità a vari livelli (vedi masch... museruole all'aperto) sono per la maggior parte del tutto inutili... quindi tutte ste seg*e mentali pure.
Ritratto di Andre_a
27 settembre 2020 - 15:13
A proposito di disinformazione...
Ritratto di Biondi stefano
27 settembre 2020 - 15:42
@ Ste74 Hai perfettamente ragione,basta con le museruole,gel,guanti e distanze.creare psicosi per farci dimenticare l'invasione di extracomunitari, il calcio e cosa più grave le puntate di Masterchef. Dovevamo fare come in G.B o in USA. E i presunti 40000 morti per COVID 19,tutte balle di un folle,come te.