BASTA CARTA - L’Aci lo ha appena ufficializzato: dal 5 ottobre 2015, come annunciata già a fine settembre, il
certificato di proprietà dei veicoli a motore diventa digitale (vedi
qui). La cosa interessa oltre 40 milioni proprietari italiani di auto, motocicli, furgoni, camion e altri mezzi: chi acquisterà un veicolo, nuovo o usato, non riceverà più il consueto certificato di proprietà cartaceo, che sarà sostituito dalla sua versione digitale, custodita negli archivi informatici del Pra gestita dall’Aci. Al proprietario sarà rilasciata una ricevuta dell’avvenuta registrazione che conterrà anche il codice d’accesso personalizzato con il quale visualizzare online il documento sul sito Aci.
I VANTAGGI - Stando all’Aci, il
certificato di proprietà digitale aumenta la sicurezza del documento, elimina le frodi legate al furto o alla falsificazione del documento cartaceo e solleva gli automobilisti da numerose incombenze. Per l’Automobile club, sono 300.000 gli italiani che ogni anno ne devono denunciare lo smarrimento e richiedono il duplicato. Per la sola eliminazione del duplicato, dice l’Aci, “il Pra rinuncia a 4,5 milioni di euro di ricavi a favore di un guale risparmio per i cittadini. Al contempo l’ambiente si avvantaggia con l’eliminazione di 30 milioni di fogli di carta e di tonnellate di inchiostro”. In attesa che la riforma Madia (“fusione” Pra-Motorizzazione) faccia il suo corso: vedi
qui.