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DS, una storia sempre attuale

20 gennaio 2016

La Citroën DS19 è stata presentata il 6 ottobre 1955: a distanza di oltre 60 anni, DS è il marchio premium del gruppo PSA Peugeot Citroën.

DS, una storia sempre attuale
C’ERA UNA VOLTA UNA DEA - Il 6 ottobre 1955, al Salone dell’automobile di Parigi, debuttava una nuova Citroën: la DS19 (a sinistra nella foto qui sotto). Sigla tutt’altro che casuale: in francese, DS si legge “Deésse”, cioè “Dea”. Fece sensazione: con le sue linee avveniristiche, fuori e dentro, pareva quasi un’astronave. Fu subito un successo: ne vennero vendute 12.000 solo in quel primo giorno, 80.000 durante tutta l’esposizione e un totale di 1,5 milioni di esemplari durante la sua lunga vita. Con la sua linea anticonformista e le soluzioni stilistiche rivoluzionarie, il celebre “Squalo” (l’altro nome con cui la vettura è stata ribattezzata dai suoi fan) sarebbe rimasto in catalogo, pressoché immutato, per quasi 20 anni, dal 1955 al 1974. La DS era ed è ancora oggi un’opera d’arte industriale (non a caso, premiata dalla Triennale di Milano nel 1957): una scultura semovente disegnata dall’artista italiano Flaminio Bertoni, pittore e scultore “prestato” al mondo dell’auto. È entrata nell’immaginario collettivo grazie alla serie di fumetti noir di Diabolik, nei quali era la macchina dell’ispettore Ginko, l’acerrimo rivale dell’eroe in calzamaglia integrale. Ma anche il presidente francese Charles De Gaulle ne fece uno dei simboli della “grandeur” nazionale, frutto della genialità e del coraggio; mentre in un celebre romanzo giallo di Frederick Forsyth, Il giorno dello Sciacallo, proprio la DS di De Gaulle è l’obiettivo di un manipolo di terroristi dell’Oas (l’Organisation del l’Armée Secrète), il fronte nazionalista clandestino che voleva il mantenimento dell’Algeria sotto il domino francese. La Citroën DS era però anche un concentrato di tecnologia, aerodinamica e prestazioni, come dimostrato dalle due vittorie al Rally di Montecarlo (nel 1963 nella classifica per costruttori, nel ’66 in quella assoluta). Celebrata dal semiologo e accademico di Francia Roland Barthes, preferita da personalità della politica e cantanti rock, celebrata nei film, la DS ha attraversato gli ultimi 60 anni senza invecchiare: attuale oggi come nel 1955. Per la sua tecnica, è stata per molti anni “l'auto più sicura del mondo”; per il suo comfort, un punto di riferimento per tutti i costruttori.
 
Citroën DS
 
UN PROGETTO BEN PONDERATO - La Citroën DS è stata, più ancora della Traction Avant, la Citroën più rappresentativa di sempre: così, d’altra parte, voleva che fosse Pierre Boulanger, l’uomo di fiducia della Michelin che, nel 1934, aveva acquistato l’industria automobilistica creata da André Citroën. Il progetto aveva preso le mosse nell’anteguerra sotto la sigla di VGD, Vettura di Grande Diffusione. Tre i personaggi chiave per la sua genesi. Anzitutto, André Lefèbvre, ingegnere aeronautico, che impostò i capisaldi (trazione anteriore, leggerezza strutturale) del progetto. Poi, Paul Magès, l’ingegnere che concepì il sistema di sospensioni idrauliche che permetteva alla DS di alzarsi o abbassarsi a richiesta del guidatore, e la carreggiata differenziata, con le ruote posteriori carenate, una soluzione mai vista prima in un’auto di grande serie. Sopra tutti, però, Flaminio Bertoni, francese d'adozione ma varesino di nascita, il “sarto” incaricato di vestire la Dea: una scultura su ruote dal mirabolante CX di 0,38, un paio di decenni davanti alla concorrenza. 
 
Citroën DS
 
SECONDA FASE - Il “concetto DS” (una “firma” che sottolinea forti contenuti di design, tecnologia e prestazioni, capaci di assicurare una spiccata aura di originalità ed esclusività alla vettura che la esibisce) è ritornato di piena attualità nel giugno del 2014, a quasi cinque anni dalla presentazione della Citroën DS3, il primo modello del Double Chevron a fregiarsi nuovamente della celebre doppia lettera. Il marchio DS è stato reso autonomo rispetto a quello della casa madre con l’obiettivo di recuperare il fascino, l’esclusività e lo spirito della DS classica. Con un messaggio molto chiaro: DS, Spirit of Avant-garde (spirito d’avanguardia) è la forte dichiarazione che accompagna il logo con le due lettere stilizzate.
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Ritratto di AMG
20 gennaio 2016 - 12:59
Sì è con risultati deplorevoli. Specialmente rispetto a un nome d'auto che ha comunque (aldilà di a chi piace e a chi no) la storia. Un nome rovinato
Ritratto di toto'lemoko
20 gennaio 2016 - 13:26
concordo! quando ripresero il nome DS per il nuovo corso premium di Citroen mi venne un brivido di emozione...poi, da allora, ogni volta che vedo un auto Ds 5,3,4 mi resta ancora ancora un brivido, ma di terrore!
Ritratto di steff69
20 gennaio 2016 - 14:04
Vero....pensano che basti la rievocazione di un nome per avere esclusività...purtroppo la DS3 è una C3 più rifinita così come la DS4 con la C4 ecc....povera Dea che discendenze ignobili.
Ritratto di impala
20 gennaio 2016 - 18:23
La Déesse quella dell' 1955 questa si è un mito della storia dell' automobile, tutto altro che il marchio debole marchio ds, con l'ultima brutta ds3
Ritratto di dorian gray
20 gennaio 2016 - 13:57
...conferma di un flop annunciato....
Ritratto di lucios
20 gennaio 2016 - 14:54
4
Ma in epoca di revival style, perché non farne una con le linee di quegli anni in chiave moderna!
Ritratto di toto'lemoko
20 gennaio 2016 - 15:18
alcuni disegnatori hanno provato a dare l'input alla Citroen ma i loro risultati, e qualcuno gira ancora in rete, sono stati al limite del ridicolo. Un conto é rivitalizzare auto come 500, mini e Maggiolino che nacquero come utilitarie e altro conto é farlo con lo Squalo che era nata come ammiraglia di casa Citroen, una vettura che all'epoca era un riferirimento in termini stilistici e di innovazione. Quelle carattertiche di stile e design, i montanti, il posteriore, le ruote incassate nella carrozzeria restano, con i canoni attuali, difficilmente riproducibili . Il rischio sarebbe troppo elevato. Lasciamola tranquilla la DEA, che rimanga nell'immaginario e nella storia.
Ritratto di P206xs
20 gennaio 2016 - 15:09
1
Per tutti gli scettici, bisogna dare del tempo a DS perchè diventi un marchio vero e proprio, per ora non è un successone ma neanche un flop.....basta vedere i dati di vendita le DS vendono (nel mondo) più o meno come alfa romeo che può contare su un blasone ben + affermato. Secondo me dal 2018-2017 si vedranno delle vere DS.
Ritratto di gamby
20 gennaio 2016 - 16:41
non si può paragonare la MITICA DS con i modelli odierni ds 3/4/5, con la presentazione della ds la citroen, con le sue sospensione idropneumatche, fu da riferimento per il confort di marcia è tenuta di strada, ho avuto la fortuna di salire su ld DS le poltrone sono da salotto oltre al valore del cx rivoluzionario per quei tempi. I modelli ds odierni solo variante delle serie C... quindi per me la sigla ds è solo questione di marketing
Ritratto di anarchico2
20 gennaio 2016 - 17:12
Modelli premium presuppongono componentistica adeguata. Se aprile il cofano motore qual è la differenza fra Citroen e DS? Tutta fuffa.
Ritratto di Bruno91
20 gennaio 2016 - 22:22
1
Stupenda...attualmente la Citroen ha fatto lo stesso errore del gruppo FCA: mettere il nome di vecchie glorie su auto che non cc'azzeccano niente! Le DS moderne non possono mai essere come questa. ;)
Ritratto di francu
21 gennaio 2016 - 07:08
non confondiamo la cioccolata con la m.... ,la ds quella vera era un auto con tecnologie per l'epoca quasi futuristiche,da non confondere con le attuali che hanno solo qualche plastica piu morbida rispetto alle citroen
Ritratto di 52armando
21 gennaio 2016 - 18:11
1
HO VOTATO 4 VOLANTI PER LA STORIA DEL MARCHIO E IN OMAGGIO ALLE VECCHIE DS MA SINCERAMENTE (A PARTE LA DS5 IN CUI NON SONO SALITO) LE VARIE DS SONO UNA GRAN DELUSIONE SPECIALMENTE LA DS4 DELUDENTE AL MASSIMO. NIENTE A CHE VEDERE CON LA VECCHIA DS19 E DS21. SALUTI
Ritratto di Nicola Cavarzere
22 gennaio 2016 - 11:51
Questa era, ed è tutt'ora, una gran macchina! Stilisticamente non si descrive da sola che piaccia o meno ma ai tempi era decenni avanti. Tutti conoscono quanto avanti fossero a livello di sospensioni ma Pensate che già negli anni 50 offriva i fanali che si orientano nel senso della curva! Certo allora era un sistema meccanico di cavi ecc ma concettualmente erano avanti di 50/60 anni anche su questo versante! Le attuali ds.... Normalissime macchine tranquillamente paragonabili alle "c" dello stesso segmento solo con qualche accessorio in più talvolta, aggiungerei, di dubbio gusto... Insomma, macchine oneste ma che hanno ben poco di "divino"
Ritratto di marcosil
22 gennaio 2016 - 23:45
Auto storicamente "affascinante" l'orgoglio del marchio,auto icona francese che come Mini,maggiolino,500,e altre che non rammento al momento sono economicamente "assegni circolari"diventano affetuosamente come un anello una collana una lettera d'amore con la tecnologia mio zio architetto che aveva una fasmiglia numerosa l'aveva station wagon .Mio padre meccanico la chiamava il "salotto viaggiante" chi la chiamava,come i miei coetanei lo "squalo" per il frontale molto somigliante al re degli oceani.Nel garage che non ho mi piacerebbe averne una cabrio.
Ritratto di actout
24 gennaio 2016 - 17:54
Da i miei 20 ai miei 35 anni, ho avuto 2 Citroen DS 19. Ho fatto un'infinità di km senza mai entrare in un'officina se non per il solito "tubicino" dell'impianto idraulico riparato all'ora con 30.000 lire. Non mi dilungo sui pregi di "quell'auto" perché chi l' ha conosciuta, sa bene che ci sarebbe da scrivere un libro e in quanto ai difetti, mi chiedo ancora se ne avesse avuti a parte la noia di dover svitare un bullone per rimuovere il parafango posteriore in caso di foratura, cosa che per fortuna non mi è mai accaduto. Sono convinto però che, se affidata alla matita di qualche bravo e "vero" designer, in grado di riprendere le linee della sua unicità, la DÉESSE potrebbe rivivere. Ah, dimenticavo il paragone con le nuove DS....... MA NON FATEMI RIDERE....