MOMENTO CRUCIALE - È iniziato ieri il confronto tra la Commissione Europea e l’industria, rappresentato da case automobilistiche, fornitori, società civile e sindacati. L’obiettivo degli incontri è stabilire entro l’inizio di marzo un piano d’azione per sostenere un settore in difficoltà, che occupa quasi 13 milioni di persone e pesa per il 7% sul pil del Vecchio Continente. “Siamo consapevoli delle sfide che deve affrontare l’industria automobilistica”, ha detto la presidente della UE Ursula von der Leyen, ricordando il momento cruciale in cui il comparto si trova, dovendo affrontare sfide come la transizione energetica, la concorrenza cinese.
SPAURACCHIO SANZIONI - La questione più urgente sul tavolo è la tabella di marcia verso la neutralità dalle emissioni di carbonio, che quest’anno impone alle case limiti molto più restrittivi che in passato (93,6 g/km di CO2), che si abbasseranno ulteriormente nel 2030 (49,5 g/km) per azzerarsi completamente nel 2035, quando è previsto il bando totale alla vendita di nuove auto a combustione. Chi non le rispetta paga: 95 euro per ogni grammo di CO2 oltre la soglia consentita, moltiplicato per il numero di veicoli venduti. Su parla quindi ci cifre miliardarie. I costruttori prevedono di dover adottare misure drastiche per raggiungere gli obiettivi prefissati, in particolare in una fase in cui le vendite delle elettriche sono in calo e gli incentivi non sono più confermati da molti paesi: le soluzioni al momento prevedono il taglio della produzione di auto termiche e la condivisione (lautamente pagata, come si può leggere qui) delle quote di CO2 con le case automobilistiche “virtuose”.
QUESTIONE DAZI - Tra queste difficoltà si insinuano le case cinesi, capaci di offrire prodotti (in particolare elettrici) a prezzi molto competitivi grazie a minori costi di produzione. Per questo l’Unione Europea ha imposto dei dazi, che possono superare anche il 35%: tuttavia la mossa non è stata accolta positivamente in modo unanime dalla case automobiliste europee, intimorite per una possibile ritorsione da pare della Cina che le penalizzerebbe in quello che - numeri alla mano - è il mercato più importante al mondo. Altri dazi preoccupano le case europee, cioè quelli paventati dal neo presidente statunitense Donald Trump, per i veicoli non prodotti negli USA.
SI GUARDI AL MERCATO - Dal piano, che sarà presentato il 5 marzo, von der Leyen si aspetta di individuare un percorso che possa garantire all’industria europea di “prosperare in Europa e competere con successo sulla scena globale”. L’Acea, l’associazione che raccoglie la maggior parte delle case automobilistiche europee, speca che attraverso il confronto si passi “da un approccio basato sulle sanzioni a uno basato sul mercato e sulla domanda alla transizione”. Per questo, secondo i costruttori, è necessario rivedere gli obiettivi da qui al 2035 e ripristinare in tutta Europa gli incentivi all’acquisto di auto pulite.