Per raggiungere i circa 16 miliardi di euro movimentati dalla prossima legge di bilancio 2026 potrebbero essere chiamate a fornire un contributo anche le assicurazioni. Come riporta l’edizione odierna del quotidiano Milano Finanza, l’intervento potrebbe coinvolgere anche il settore dell’auto e, in particolare, le polizze che coprono il conducente da un eventuale infortunio.
Una questione fiscale su cui il comparto si sta confrontando ormai da diverso tempo con l’Agenzia delle Entrate esiste già, e potrebbe generare un flusso di denaro aggiuntivo per le casse dello Stato, magari utile per la manovra del 2026. Oggi, i premi corrisposti per le polizze che coprono il conducente contro l’infortunio sono soggette a una tassazione pari al 2,5% dei premi, ma secondo le previsioni dell’Agenzia dovrebbero essere prese in considerazione coperture legate al settore RC Auto (la polizza assicurativa obbligatoria per legge che copre i danni involontariamente provocati a persone e cose in un incidente stradale) e, in quanto tali, tassate al 12,5%. Ne deriverebbero pesanti ricadute sulle tasche degli italiani, dato che l’intervento potrebbe essere retroattivo e, in ogni caso, a farsi carico del maggior onere fiscale sarebbero i cittadini assicurati, e non le compagnie, che assumerebbero il ruolo di sostituto d’imposta del cliente di fronte all’Agenzia delle Entrate.
Per ora, il confronto tra il governo e l’Ania (l’associazione nazionale che rappresenta le imprese di assicurazione che operano in Italia) resta aperto e non è stato definito alcun accordo. Tuttavia secondo le assicurazioni, che avrebbero già chiesto sulla questione pareri legali a giuristi esperti in materia, la tassazione attuale delle polizze infortuni al 2,5% per il conducente è quella corretta in base alle norme vigenti.

















