POLEMICHE SUI NUMERI - Vittime della strada nel 2010: l’Associazione Lorenzo Guarnieri “attacca” l’Istat. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, in Italia i morti in incidenti stradali sono stati 4090, in calo del 3,5% sul 2009 (vedi qui); dati contestati da Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, ucciso due anni addietro da un motociclista che guidava sotto l’effetto di alcol e droga: a livello nazionale, i decessi sono stati almeno 4703”. Risultato, secondo Guarnieri “circa 600 persone uccise, per l’Istat sono vive. E per lo stato sono scomparse per cause naturali”.
VICENDA PERSONALE - L’Associazione ha scoperto i (presunti) errori Istat dopo essersi resa conto che Lorenzo non era stato conteggiato. “Per l’Istat - spiega infatti Stefano Guarnieri - nostro figlio è uscito ‘incolume’ dallo scontro nel quale è morto sul colpo. Per lo stato italiano, Lorenzo è deceduto di ‘morte naturale’ a 17 anni”. Inoltre, insiste il padre del ragazzo, “secondo l’Istat l’incidente che lo ha coinvolto è stato provocato da distrazione, anziché da guida in stato alterato”.
ERRORI FREQUENTI? - Grazie a uno studio effettuato in collaborazione con l’Istituto di ricerca e programmazione economica per la Toscana, l’associazione Guarnieri ha verificato che, solo in provincia di Firenze, nel 2010 sarebbero morte 69 persone, e non le 58 ufficiali dell'Istat, né le 59 rilevate dal sistema Sirss della regione Toscana (che sarebbe costato al contribuente due milioni di euro dal 2008 a oggi).
L’ISTAT RISPONDE - A partire dal 2010, la rilevazione da parte dell’Istat sugli incidenti stradali con lesioni alle persone è stata “sottoposta a una profonda rivisitazione dei suoi aspetti organizzativi, anche per superare fenomeni di sottostima come quelli segnalati dallo studio dell’Associazione Lorenzo Guarnieri, e per migliorare la tempestività e la qualità della rilevazione nel suo complesso”. Insomma, una mezza ammissione dell’errore, dovuto, fra l’altro, alla lentezza con cui gli enti locali trasmettono i dati all’Istat.