INIZIO DELLE GRANDI MANOVRE - Nell'ambito del cosiddetto
Dieselgate, dopo gli 8.500 Volkswagen Amarok modificati nei mesi scorsi, il gruppo Volkswagen in Germania ha finalmente messo mano alla gigantesca operazione di richiamo necessaria per portare a norma di legge i milioni di veicoli dotati dei motori turbodiesel non regolari (1.2, 1.6 e 2.0 EA189: un totale di circa 11 milioni di vetture, di cui 8,5 in Europa e 2,7 milioni in Germania). Il primo richiamo ha riguardato 90 mila esemplari di Audi A4, Audi A6, Audi Q5 e Seat Exeo.
CONTROVERSIE CON LE AUTORITÀ - C’è anche da dire che nelle scorse settimane una iniziativa analoga era in procinto di partire per 160 mila Volkswagen Passat e Skoda Superb, ma l’organismo statale tedesco che si occupa delle omologazioni (KBA) aveva bloccato la cosa perché l’intervento dava luogo a consumi molto superiori a quelli precedenti, in contrasto con quanto stabilito dal protocollo messo a punto per l’ok all’operazione.
I PROGRAMMI DEI RICHIAMI - La prossima tappa prevista è il richiamo delle Volkswagen Golf, delle Audi A3 e Audi A6. Secondo i piani del gruppo Volkswagen, l’intera operazione di richiamo dovrebbe concludersi entro quest’anno, con un totale di 13 ondate di convocazioni in officina per i proprietari delle vetture al centro della questione. È dunque evidente che in Volkswagen hanno pronti piani massicci perché al ritmo attuale occorrerebbero ben più degli otto mesi restanti prima della fine dell’anno.
SUL FRONTE AMERICANO - Intanto di là dell’Atlantico non è ancora stata trovata la la soluzione del problema. La Volkswagen e l’EPA (l’ente americano per l’Ambiente) stanno discutendo da mesi sulle misure da prendere per modificare in modo soddisfacente le 580 mila auto con il sistema incriminato vendute sul mercato USA. Finora non è stata trovata una soluzione che soddisfacesse le richieste americane e tutte le scadenze finora fissate (l’ultima è il 21 aprile) fino sono andate disattese.
C’È CHI PREVEDE IL PROCESSO - Proprio in considerazione di ciò da parte della magistratura competente che si occupa della vicenda è stata data per probabile che entro l’estate inizi il processo alla Volkswagen. Quest’ultima però manifesta ottimismo, sostenendo che il lavoro con l’EPA procede positivamente “e non ci sarà bisogno di un processo”. Va detto che tra le ipotesi che sono state avanzate c’è quella che il gruppo tedesco versi una sorta di maxi penale riparatoria (da utilizzare per fini ambientalisti) senza procedere alla sistemazione delle vetture con il software incriminato che modifica illegalmente il funzionamento delle auto.