NUOVO FRONTE - Il Tribunale di Venezia ha accolto l’istanza presentata da Altroconsumo, la principale associazione italiana a difesa dei consumatori, ammettendo così un'azione legale collettiva (class action) nei confronti della Volkswagen per la vicenda del Dieselgate. Gli automobilisti potranno così dar inizio a una nuova partita nelle aule di tribunale e rivalersi “in blocco” contro l’azienda, al pari di quanto avvenuto negli Stati Uniti, dove la Volkswagen è stata costretta a rimborsare i clienti o riacquistare le vetture non in regola. La class action è stata ammessa per 650.000 vetture irregolari dei marchi Audi, Seat, Skoda e Volkswagen, equipaggiate con i motori a gasolio Euro 5 dotati di un software per alterare le emissioni inquinanti di ossido d’azoto in determinate circostanze.
NESSUN INDENNIZZO - In Europa la Volkswagen ha ottenuto di riparare le auto coinvolte (circa 8 milioni) senza però concedere, fino ad ora, un indennizzo ai clienti. Questo si è verificato negli Stati Uniti, dove invece la legislazione sulla materia è più severa: a fine ottobre 2016 un giudice federale ha approvato un accordo fra l’azienda ed i rappresentati dei clienti, tramite il quale il gruppo VW si impegna a riacquistare le 475.000 vetture non in regola o ripararle e offrire un indennizzo ai loro proprietari. La somma decisa per il riacquisto varia in funzione del chilometraggio fra 12.475 e 44.176 dollari, mentre l’indennizzo concesso spazia fra 5.100 e 9.852 dollari. La richiesta per aderire alla class action va compilata sul sito internet di Altroconsumo. Al 26 maggio vi hanno aderito circa 2.300 persone.