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È morto Ferdinand Piëch

Pubblicato 27 agosto 2019

Scompare ad 82 anni il manager e imprenditore che, a partire dal 1993, traghettò il Gruppo Volkswagen ai vertici dell'industria dell'auto.

È morto Ferdinand Piëch

SE NE VA UN MITO - Arriva dalla Germania notizia della morte di Ferdinand Piëch, ingegnere e manager austriaco di 82 anni protagonista della storia della Porsche e poi del Gruppo Volkswagen, del quale è stato numero uno fra il 1993 e il 2002 e presidente del comitato di sorveglianza fino alle dimissioni del 2015. 

FORMAZIONE TECNICA - Ferdinand Piëch nasce a Vienna il 17 aprile 1937, da padre avvocato e madre che di nome fa Louise Porsche, figlia di Ferdinand Porsche, il geniale ingegnere austriaco che ricevette dal Governo nazista l’incarico di sviluppare l’auto del popolo tedesco, nota in seguito come Volkswagen Beetle. Piëch studia ingegneria meccanica e si specializza con le auto da gara. Il suo primo impiego è alla Porsche, dove in poco tempo assume la guida del settore ricerca e sviluppo, occupandosi di alcune vetture passate alla storia: fra queste c’è la Porsche 917, auto per le gare di durata che si aggiudicò per due volte la 24 Ore di Le Mans. 

CON LUI L’AUDI DIVENTA GRANDE - La sua esperienza alla Porsche si interrompe alla metà degli Anni 70, dopo un accordo per il quale nessun membro delle famiglie Piëch e Porsche avrebbe dovuto lavorare operativamente per la casa tedesca. Nel 1975 passa all’Audi come direttore tecnico: qui pianifica la rivoluzione che porterà l’Audi a fare quel salto di qualità che le consentì di accreditarsi, via via, come concorrente di BMW e Mercedes, con modelli come Audi 80, Audi 100 e di altri “capisaldi” come la trazione Quattro e il motore diesel TDI.

LA VOLKSWAGEN SI RISOLLEVA - Ferdinand Piëch nel 1993 assume la guida del Gruppo Volkswagen, in gravissima crisi finanziaria e ben lontano dal colosso che è oggi. In pochi anni Piëch riesce a ribaltare le sorti della casa tedesca, non soltanto acquisendo produttori di automobili come Skoda, Bentley, Bugatti e Lamborghini, ma anche i costruttori di camion MAN e Scania. Ferdinand Piëch riesce a risollevare il Gruppo Volkswagen attraverso la filosofia della condivisione tecnica, che assicura forti risparmi perché auto diverse di marchi diversi possono adottare le stesse parti. Allo stesso tempo Piëch è noto per avere voluto alcune auto coraggiose, come la berlina di lusso Volkswagen Phaeton e la hypercar Bugatti Veyron. 

NEL 2015 IL RITIRO - Il manager resta a capo del Gruppo Volkswagen fino al 2002 e poi diventa presidente del comitato di sorveglianza. Gli ultimi anni della sua carriera lavorativa sono segnati dai contrasti con l’amministratore delegato Martin Winterkorn, che arrivano all’apice nel 2015, quando Piëch si dimette per dedicarsi a vita privata. Ciò avviene a pochi mesi dallo scoppio del Dieselgate, che invece travolge Winterkorn. Nel 2017, in polemica con la famiglia, vende al fratello tutte le sue quote nella Porsche Holding, la società che vede tra i soci i Piëch e i Porsche e detiene il pacchetto di maggioranza del Gruppo Volkswagen.



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Ritratto di Rav
27 agosto 2019 - 09:52
4
E' fuori da ogni dubbio che sia rimasto coinvolto diverse volte in vicende giuridiche nebulose, ma resta uno degli uomini che ha fatto la storia dell'auto degli ultimi decenni. Indipendentemente da tutto, successi ed errori, dispiace per il personaggio e soprattutto per l'uomo, ed è giusto portare rispetto.
Ritratto di Gwent
27 agosto 2019 - 14:39
2
È stato l'uomo più risoluto che il gruppo VW abbia mai avuto. La nascita dell'Audi urQuattro (della quale guidò personalmente un esemplare privo di scocca salendo su una forte pendenza resa viscida dal fango, davanti a decine di giornalisti) è dovuta a lui, il palmares della stessa nel WEC è dovuto a lui così come la crescita di immagine del marchio dal 1980 ad oggi. Tuttavia era rimasto l'ultimo dei romantici nel suo campo, un uomo ancora capace di sognare ed entusiasmarsi con auto speciali (vedi la Nardò W12) una specie di Akyo Toyoda tedesco. Per il mondo dell'auto è una perdita paragonabile a quella che è stata Bowie nella musica. Questo naturalmente imho e con rispetto parlando. Un saluto. Il Gwent.
Ritratto di Simon Le Boss
27 agosto 2019 - 11:11
5
Il "Marchionne" tedesco, mi dispiace dal punto di vista umano queste persone sono comunque un patrimonio della storia automobilistica mondiale.
Ritratto di Montreal70
27 agosto 2019 - 13:29
Ascolta, Marchionne è stato un genio indiscusso e anche una persona che ha salvato l'industria automobilistica nazionale preservando quanto più possibile le fabbriche italiane. Quindi oltre che ottimo uomo d'affari anche ottima persona. Piech, non solo era indubbiamente coinvolto nelle truffe Volkswagen, ma era anche apertamente nazista. Festeggiava il compleanno in ritardo per farlo combaciare con quello di Hitler e tanto altro. Quindi va benissimo rispettarne la morte anche oltre quel che merita, ma trovo offensivo alla memoria di Marchionne paragonarlo a Piech.
Ritratto di Kennzeichen
27 agosto 2019 - 22:31
Montreal70 zotico, irriverente e pure imbecille! Punto
Ritratto di Gwent
27 agosto 2019 - 14:42
2
Ciao Simon, per ciò che ha fatto e rappresentato per il gruppo e per l'amore che nutriva per le auto, è stato, come facevo notare giustamente sopra, l'Akyo Toyoda tedesco. Questo naturalmente imho e con rispetto parlando. Un saluto. Il Gwent.
Ritratto di napolmen4
27 agosto 2019 - 11:31
...tanti sospetti ..tante ombre....indubbiamente e' stato un personaggio...!!
Ritratto di Gatsu
27 agosto 2019 - 12:21
2
Se non sbaglio ha voluto anche la Ducati di cui era grande appassionato, ecco il perché l'hanno acquisita
Ritratto di nik66
27 agosto 2019 - 12:48
onore e rispetto all'ingegnere-manager, ci mancherebbe, era veramente in gamba, ma secondo me si è dimesso poco prima che scoppiasse il caso dieselgate xchè, essendoci in mezzo anche lui, sapeva che prima o poi sarebbe venuto tutto a galla
Ritratto di otttoz
27 agosto 2019 - 13:56
spiegherà direttamente al buon Padre le emissioni diesel e quante vittime ha comportato nel mondo
Ritratto di Gwent
27 agosto 2019 - 14:48
2
Forse l'aumento di tumori degli ultimi decenni non è dovuto a quello dal momento che le auto, benzina o diesel, degli anni 70 e 80 e parte dei 90 prima dell'obbligo del catalizzatore dal 92, inquinavano 50 volte tanto quelle di oggi. Sono sempre più convinto che la ricerca delle cause dei cambiamenti climatici sia dovuta a fattori che ciclicamente si ripresentano durante intervalli anche lunghissimi tra ere molto differenti tra loro mentre le cause dei tumori...beh mi fermo qui perché ho delle mie idee ben precise sulla loro causa e possibile guarigione e questa non mi sembra sede idonea anche per rispetto dell'uomo che si è spento. Un saluto. Il Gwent.
Ritratto di Fr4ncesco
27 agosto 2019 - 14:24
2
Un uomo di macchine e non un manager "generalista". Solo chi ne capisce di auto si inventa modelli, ne rivoluziona le gamme, capisce dove lavorare per farsi apprezzare dalle persone, lui come Iacocca. Quando era al vertice era intransigente, da quando poi ha mollato il gruppo, VW ha iniziato a perdere colpi e deve tutt'ora il suo successo come grande azienda a Piech. Senza dubbio ha lasciato il segno a Wolfsburg e in tutto il campo automobilistico.
Ritratto di palazzello
27 agosto 2019 - 15:06
Veramente un grande uomo d'industria altro che quelli che ci sono adesso che hanno una visione nel futuro troppo corta e guardano troppo al lato economico!!! con la Phaeton, la Veyron ci ha provato ed è stato un flop e ci sta in mezzo a tanti successi. Su Winterkom aveva ragione ad essere contrario al prolungamento del contratto in quanto poi si è visto il motivo e cioè lo scandalo dieselgate!!
Ritratto di Metalmachine
27 agosto 2019 - 16:17
1
Per violazione della policy del sito.
Ritratto di news
27 agosto 2019 - 22:22
rompeva i cogl..ni a Marchionne che voleva l'alfa Romeo a tutti costi...beh buon viaggio...ha vissuto una bela vita.
Ritratto di Wikowako
28 agosto 2019 - 01:28
Per chi lo pasagona a Marchionne... Il gruppo VW a in 30 anni è passato dal 14-15% del mercato europeo al 24%. Nello stesso tempo il gruppo Fiat, che aveva il 13% a fine anni 80, ora insieme a Jeep ha la metà. In mano a Marchionne Alfa è arrivata ai minimi termini di vendite e Lancia è praticamente estinta (la Y infatti nasce come Autobianchi e diventa Lancia in seguito). Esistono i costruttori di futuro e i distruttori di futuro. E non vanno citati nella stessa frase, se non per rimarcare le differenze.
Ritratto di Sepp0
28 agosto 2019 - 12:12
Credo sia "leggermente" più facile fare il Marchionne in Germania, dove la gente invece di comprare la casa cambia auto ogni 3x2 ed il loro stipendio consente di acquistare dei segmento D-E come prima auto e dei segmento C come seconda auto. Quando il tuo marchio di casa vende più Panda di tutti gli altri modelli messi assieme, hai ben poco futuro da costruire.
Ritratto di Wikowako
28 agosto 2019 - 22:58
Non sarebbe affatto facile fare il Marchionne in Germania, perché là la gente pretende un altro tipo di management. Tant'è vero che quando voleva prendersi Opel furono tutti contrari: sindacato, Land e politici nazionali. Marchionne, per estrazione, era un manager di stampo americano, e il capitalismo americano (anglosassone in generale) è molto diverso da quello tedesco. Tu dici gli stipendi diversi... quando il primo pensiero di Marchionne era di tenerli i più bassi possibile.
Ritratto di Wikowako
28 agosto 2019 - 01:32
Ferdinand Piech si alzava la mattina con l'idea di fare auto sempre migliori, Marchionne di aumentare il valore delle sue stock options. Obiettivi diversi.
Ritratto di Davelosthighway
28 agosto 2019 - 02:23
Che bilancio e che confronto alquanto strambo... a dire il vero anni dietro Marchionne ammoniva il fatto che Porsche - vw era un fondo che ogni tanto produceva automobili e per il resto investiva in borsa. Riguardo le % di mercato e i numeri che citi saranno ben veri ma a quale conclusioni portino non lo sa nessuno tanto è vero che In termini di valore aggiunto e di investimento se valuti il valore che potrà avere nel futuro una Audi per quanto speciale sia o una Porsche rispetto ad una Alfa 4c...probabilmente devi invertire qualche valore nella proporzione. Aggiungiamo pure che le quote di mercato che citi non sono altro che il risultato di una politica estremamente orientata all export del Made in Germany fondata su una leva finanziaria smisurata e su “condizioni del contorno “ quali tasso di cambio nettamente a favore. se proprio vogliamo darne una misura di queste condizioni del contorno mettiamo pure a bilancio il fallimento tecnico della prima banca tedesca deutsche bank. Presente quando l Europa tassava gli allevatori sulle quote latte da rispettare? Bene, lo stesso concetto come mai non è stato applicato per le auto e per la sovraproduzione (vw in primis) delle stesse? In fondo era questa la denuncia e il messaggio politico più importante che ha lasciato Marchionne.
Ritratto di Gianni_m
28 agosto 2019 - 09:46
C'è troppo la tendenza a santificare troppo le persone dopo la morte quando in realtà questi non erano proprio un esempio di umanità. Persone che hanno giustificato il nazismo non li vedo come esempi da seguire.
Ritratto di Wikowako
28 agosto 2019 - 23:03
Non posso santificare qualcuno che non conosco personalmente. Dal punto di vista manageriale ha fatto grandi cose, e senza pagare le maestranze un tozzo di pane. Quando in VW passarono a 28 ore settimanali, gli operai prendevano l'equivalente di 3,5-4 milioni di lire al mese. Mentre in FIAT facevano 40 ore per metà stipendio.
Ritratto di DANIEL65
28 agosto 2019 - 10:38
Non mancherà sicuramente a nessuno