REALTÀ ATTUALISSIMA - Ferrari. È qualcosa di tanto forte che pare incredibile che Enzo Ferrari, da cui tutto è nato, sia scomparso già da 30 anni, un periodo capace cancellare tanta memoria. Il Drake - come era stato soprannominato per indicare il suo carisma - finì i suoi giorni il 14 agosto del 1988, ma viene difficile pensarlo morto. Le macchine prodotte dalla fabbrica che creò nel 1946, la presenza nel mondo delle corse, e soprattutto quella misteriosa miscela di tecnica, coraggio, stile, eleganza, semplicità contadina, continuano a far sentire vivo Enzo Ferrari. Come succede con i miti, quasi si trattasse non di un pur formidabile uomo di sport e imprenditore, ma di un personaggio di Omero. Può apparire esagerato, ma non lo è se si considera l’attualità e la freschezza della sua figura a dispetto della sua nascita ancora nell’Ottocento. Enzo Ferrari era infatti nato nel 1898, a Modena.
DUE VITE - Quella di Enzo Ferrari (nelle foto) è stata un’esistenza che ha racchiuso diversi capitoli, come tutte le vite si potrebbe dire, ma per Ferrari si è trattato di compiere un a carriera brillantissima come direttore di scuderia, per poi ripartire da zero come costruttore, creando la Ferrari con un disegno ben preciso: fabbricare auto da corsa da vendere ai clienti sportivi, e contemporaneamente produrre qualche auto stradale, sempre ad alte prestazioni, ma pur sempre stradali, con il dichiarato intento di realizzare fatturato utile per sostenere l’attività agonistica. E queste ultime tutte con una linea accattivante “che chi la compra la porti la sera davanti al suo bar per vantarsi con gli amici…” come diceva lo stesso Ferrari. E poi la ricerca della bellezza fatta di grinta certo, ma anche di eleganza, affidandosi a maestri come Sergio Scaglietti e Pininfarina, mantenendo però sempre l’ultima parola in proposito.
CLASSE E POTENZA - Nacque così la magica alchimia delle “rosse” di Maranello, vincenti e seducenti. I successi nelle grandi gare internazionali come la 24 Ore di Le Mans e il Tour de France, le fecero diventare l’oggetto dei desideri per chi aveva ambizioni agonistiche, mentre il bel mondo le sceglieva per la loro capacità di riassumere fascino e sportività. Un fenomeno per certi versi ancora inspiegato, ma che tutto lascia pensare che fu frutto di una strategia ben precisa, che Enzo Ferrari sintetizzò bene con la sua politica produttiva fatta di piccoli numeri, di obiettivi di vendita del tipo “299 e non 300”, per sottolineare che doveva sempre esserci qualcuno a rimanere senza, a rimanere con la voglia di Ferrari. In pratica una strategia basata sulla esclusività, anche scientemente costruita.
MARCHIO INARRIVABILE - Il risultato è l’ineguagliato e ineguagliabile fascino delle auto del Cavallino, ancora oggi. Non per nulla il marchio della Ferrari è stimato il marchio più noto e più prestigioso al mondo, tutti i settori merceologici compresi. Un risultato che è probabilmente è andato oltre gli stesi obiettivi di Enzo Ferrari, ma che certo rappresenta bene la sua opera di agitatore di uomini e realizzatore e venditore di sogni.