Ercole Spada: le auto che hanno lasciato il segno

Questa evoluzione della Giulietta SZ è un esempio lampante della genialità di Spada nell’applicare i principi dell’aerodinamica al design automobilistico. Torna e si evolve il concetto di “coda tronca”, sviluppata in collaborazione con l’ingegnere aerodinamico Kamm: non solo migliorava le prestazioni in pista, ma conferiva alla vettura un aspetto unico e aggressivo, diventando un’icona del design italiano. 

Con la Flavia Sport, Spada dimostrò la sua capacità di innovare anche su modelli di grande serie. La vettura si distingueva per le sue linee tese e moderne, con un frontale basso e affilato e un padiglione fastback che le conferiva un’aria da coupé sportiva. Un design audace e anticonformista che ancora oggi affascina per la sua originalità.

La sigla “TZ” sta per “Tubolare Zagato”, a sottolineare la leggerezza e la rigidità del telaio di questa vettura da competizione. Spada disegnò una carrozzeria filante e aerodinamica, con una coda tronca ancora più pronunciata rispetto alla Giulietta SZ. La Giulia TZ divenne una delle auto da corsa più vincenti della sua epoca, unendo prestazioni eccezionali a un design mozzafiato.

Un’altra collaborazione di successo tra Spada e la Lancia, la Fulvia Sport Zagato si caratterizzava per le sue forme morbide e arrotondate, in netto contrasto con le linee tese della Flavia Sport. Il risultato era una vettura elegante e sportiva al tempo stesso, con un design originale e riconoscibile che la rendeva unica nel panorama automobilistico dell’epoca.

Per un esemplare unico, nato dalla collaborazione tra Lamborghini e Zagato, Spada ha vestito la meccanica della 350 GT con una carrozzeria in alluminio dalle forme sinuose e aerodinamiche, con un frontale basso e affilato e un posteriore fastback, dando un’interpretazione audace e originale della prima granturismo di Sant’Agata Bolognese.

Durante la sua esperienza in BMW, Spada contribuì a definire il nuovo corso stilistico della casa bavarese. La Serie 7 E32, disegnata in collaborazione con Claus Luthe, si distingueva per le sue linee pulite ed eleganti, che trasmettevano un’idea di lusso e sportività, grazie a design sobrio e senza tempo che ha influenzato lo stile delle BMW per molti anni a venire.

Come la Serie 7 E32, anche la Serie 5 E34 ha definito lo stile BMW degli anni ‘90. Spada ha creato una berlina elegante e sportiva, con tratti puliti e proporzioni equilibrate. Il frontale con i doppi fari tondi e il doppio rene, un classico di BMW, è stato reinterpretato in chiave moderna, aumentando l’immagine prestigiosa della berlina.

Anche se meno affascinante delle sue creazioni per Zagato, la Fiat Tipo rappresenta un importante capitolo nella carriera di Spada, che alla BMW aveva dimostrato di poter disegnare con successo vetture di grande serie. Disegnata durante la sua permanenza all'I.DE.A Institute, la Tipo si caratterizzava per un design funzionale e innovativo, con un’abitabilità record per la sua categoria. Il suo successo commerciale dimostrò la versatilità di Spada come designer.

Nata come versione a tre volumi della Tipo, la Tempra abbandonava il portellone per una classica coda, mantenendo comunque l’impronta di grande razionalità grazie a un’ottima aerodinamica (Cx di 0,29) e un’abitabilità ai vertici del segmento. Il suo design sobrio e pulito ne decretò un notevole successo commerciale in tutta Europa.

L’Alfa Romeo 155 era una berlina sportiva dalle linee tese e aggressive, con un frontale basso e affilato, i fari sottili, lo scudetto frontale e la coda alta e massiccia. Un design divise gli appassionati, ma che ha sicuramente lasciato il segno, anche grazie alle mitiche apparizioni nelle corse.

A Spada venne affidato il difficile compito di disegnare l’erede della mitica Delta Integrale. Il risultato fu una vettura dalle linee più morbide e arrotondate, ma che non rinuncia a un tocco di sportività: il frontale con i fari allungati e la calandra a calice, un classico Lancia, vennero reinterpretati in chiave più moderna.

Questa fuoristrada, che porta la firma di Spada e dell’I.DE.A Institute, si rivelò un grande successo per la Nissan. Il designer riuscì a ingentilire le forme tipicamente squadrate dei 4x4 dell’epoca, introducendo linee più morbide, parafanghi muscolosi ma integrati e una superficie vetrata ampia e luminosa. Un design robusto ma al tempo stesso elegante, che lo rese perfetto anche per l’uso cittadino: una vera suv ante-litteram.