DUBBI STRATEGICI - Rimanere la casa costruttrice caratterizzata dalla trazione integrale e dai motori boxer, con una gamma di qualità apprezzata in tutto il mondo, o allargare la produzione ad altri modelli più comuni, magari concepiti e costruiti per i nuovi mercati emergenti? È l’
interrogativo che circola all’interno del management della giapponese
Subaru (
vedi qui tutti i modelli importati in Italia), parte del gruppo industriale Fuji Heavy Industries.
GRANDI CONTENUTI O GRANDI NUMERI? - A rendere pubblica la riflessione in corso in seno alla Subaru è stato il presidente del gruppo Yasuyuki Yoshinaga (nella foto in alto), in una intervista pubblicata l’altro giorno a Tokyo e ripresa dall'agenzia Bloomberg. “Siamo cresciuti e stiamo crescendo molto, e oggi l’interrogativo è se le dimensioni attuali sono adatte a un costruttore di nicchia come ci consideriamo, o se siano ormai al limite, se non troppo grandi. Al nostro interno c’è chi ritiene necessario avviare altre produzioni più grandi, ma dobbiamo chiederci se questo conviene. Perché oggi facciamo auto apprezzate che riusciamo a vendere bene, con buoni margini, ma se abbassiamo il livello delle vetture non saranno più Subaru, e dunque la prospettiva economica non è sicura. Ciò sapendo non potremo diventare un costruttore di grandissime dimensioni”.
NICCHIA CON COLLABORAZIONI - La questione è di quelle complesse e le
decisioni che verranno prese potrebbero significare una svolta nella storia della
Subaru. A dire il vero nelle parole del presidente pare cogliersi una certa contrarietà all’ipotesi di ampliare la produzione anche a modelli meno cari di quelli attuali, mentre pare avvertire una certa preferenza per continuare a essere un
costruttore di nicchia, che beneficia anche di una buona collaborazione con la Toyota, detentrice del 16% del pacchetto azionario del gruppo Fuji Heavy Industries. Il caso più noto della collaborazione è lo sviluppo dei due modelli gemelli
Subaru BRZ (
foto sopra) e Toyota GT86, ma nello scenario globale esistono altre situazioni importanti per le due case. Per esempio la produzione negli Usa da parte della Subaru della Camry per conto della Toyota.
QUADRO FAVOLOSO - In attesa delle decisioni che scioglieranno i dubbi sulla strategia più conveniente, la Subaru può salutare risultati operativi ed economici di grande rilievo. Da aprile a giugno 2013, ossia nel primo trimestre dell’anno finanziario giapponese, il fatturato è arrivato a 5,81 miliardi di dollari, realizzando un utile operativo di 739,6 milioni di dollari, quando l’anno scorso nello stesso periodo aveva realizzato 184,05 milioni. Dunque con un miglioramento del 301%! In crescita sono anche tutti i numeri relativi ai dati commerciali: le consegne globali nel trimestre sono state 191 mila, con 116 mila soltanto negli Usa, dove c’è stato un incremento del 30%. Nei 12 mesi da aprile 2012 a marzo 2013 le vetture consegnate nel mondo sono state 724 mila, con un aumento del 13,2%. L'obiettivo della Subaru è arrivare a 850.000 auto vendute entro marzo 2016.