GLI “AVANZI” FINIRANNO AL MACERO? - L’indiscrezione, uscita su diversi forum di appassionati e riguardante il fallimento della Saab, è di quelle che lasciano l’amaro in bocca. Pare, infatti, che la magistratura svedese abbia disposto la distruzione dei veicoli prodotti dalla casa ma rimasti invenduti (ce ne sarebbero un centinaio) insieme a quelli non ancora completati. Dal “massacro” si dovrebbe salvare soltanto una 9-5 destinata a essere esposta nel Saab Car Museum di Trollhättan. Non che il museo dell’auto, di proprietà del costruttore svedese, goda di migliore salute: coinvolto nel fallimento, da qualche tempo è infatti chiuso. In questo caso, però, un “salvatore” sarebbe alle porte: l’azienda tecnologica scandinava Innovatum si è detta “pronta a sostenere il museo della Saab”. A questo proposito, nel corso di questa settimana si terranno i negoziati con i creditori (del museo) e con i curatori fallimentari (della casa).
IN ATTESA DI UN COMPRATORE - Ancora nulla, invece, sul fronte principale: le sorti della Saab sono ancora avvolte nel buio. Sulla carta, i pretendenti non mancano (leggi qui la news), ma è ai curatori fallimentari che spetta di condurre le trattative per la liquidazione della società. Insomma, sono loro che hanno l’ultima parola. Intanto, lo scorso fine settimana si sono fatti sentire i sostenitori del brand scandinavo con una due giorni di raduni (ce ne sono stati un centinaio in una quarantina di paesi nel mondo) nell’ambito dell’iniziativa “We are many, we are Saab”. In Italia, la manifestazione ha complessivamente coinvolto 213 persone e 124 vetture.