100.000 AUTO - Volge al termine la controversia fra le autorità statunitensi e la FCA sulle emissioni inquinanti del motore V6 diesel 3.0, dotato secondo l'ente per la protezione ambientale degli Stati Uniti (l’Epa) di un software per alterare le emissioni di ossido d’azoto, che in alcuni frangenti di guida sarebbero maggiori rispetto al limite di legge. Il costruttore ha annunciato che il tribunale ha approvato l'accordo extragiudiziale che prevede il pagamento di 800 milioni di dollari da parte della FCA. La metà di questa somma è per le sanzioni, mentre la parte restante serve per sostenere attività a favore dell’ambiente e per offrire un rimborso ai clienti proprietari delle circa 100.000 vetture coinvolte: la suv Jeep Grand Cherokee e il pick-up Ram 1500, entrambe prodotte fra il 2014 e il 2016. La FCA precisa che l'accordo non contiene alcuna indicazione di illeciti da parte dell'azienda, lasciando così intendere che non dovrebbe esserci un processo penale.
FINO AL 2021 - I clienti possono ottenere un rimborso fino a 3075 dollari (2749 euro), purché siano i primi proprietari dell’auto e non l’abbiano venduta. La compensazione scende a 2460 dollari (2199 dollari) per i secondi proprietari dell’auto, mentre chi l’ha venduta o acquistata in leasing ha diritto a 990 dollari (885 euro). I clienti non più in possesso dell’auto devono far arrivare la documentazione necessaria alla FCA entro il 1 agosto 2019, mentre chi è in possesso delle Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 coinvolte ha tempo fino al 3 maggio 2021. In questo caso, però, la somma non viene erogata se il proprietario dell’auto non farà aggiornare il software del motore, che secondo la FCA non comporterà un peggioramento di consumi, prestazioni e affidabilità (il software sarà disponibile in circa 15 giorni).