TRE MESI DI CRESCITA - Sono state 2003 le Ferrari consegnate nel mondo da gennaio a marzo 2017. Ciò significa una crescita del 6,42% rispetto al 2016, quando le consegne furono 1.882. Ancora più forte è l’aumento del fatturato, passato da 675 a 821 milioni di euro, in miglioramento del 22%. E la crescita è ancora più marcata sul fronte degli utili: la quello industriale (l’EBITDA è salito del 36%, arrivando a 242 milioni) e addirittura da favola risulta l’utile netto, che ha toccato la cifra di 124 milioni, in aumento del 60,1%. L’indebitamento industriale al 31 marzo era di 578 milioni, contro i 653 del 31 dicembre 2016. Con questo bilancio trimestrale, la Ferrari prevede di chiudere il 2017 con 8.400 consegne, comprese le supercar, con un fatturato superiore a 3,3 miliardi di euro e l’utile industriale oltre i 950 milioni. Un analogo miglioramento è previsto anche per l’indebitamento, che dovrebbe essere inferiore ai 500 milioni.
BOOM NEI MERCATI TRADIZIONALI - Per quanto riguarda la distribuzione delle vendite, in questi tre mesi la Ferrari ha registrato il miglioramento più forte nell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) con 1.034 unità consegnate equivalenti a un incremento dell’8,84% sul 2016. Da notare che i mercati di Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia hanno segnato crescite a due cifre. Nell’area delle Americhe le Ferrari consegnate sono state 545, contro le 423 dell’anno scorso, pari a una crescita del 4,23%. La Cina ha segnato un miglioramento più contenuto, passando da 156 a 161 unità vendute, che significa una crescita del 3,20%. Infine la regione dell’Asia e Oceano Pacifico-Australia è arrivata a 263 unità, pari a un miglioramento del 3,95%.
I RICAVI VOCE PER VOCE - Per quanto concerne il dettaglio delle voci che hanno contribuito al fatturato, la vendita di automobili e ricambi ha dato luogo a ricavi pari a 581 milioni, contro i 481 dell’anno scorso, con un incremento del 21%. Molto forte è stata la crescita del fatturato relativo alla vendita di motori (alla Maserati), arrivato a 104 milioni, in salita dell’81%. Infine 123 milioni sono stati i ricavi per sponsorizzazioni, proventi commerciali e altre attività, in aumento del 4%.
ARRIVA LA DINO? - A margine del consiglio di amministrazione, come da prassi in questi casi, Sergio Marchionne ha risposto alle domande degli investitori e fornito alcune indicazioni sul futuro dell’azienda di cui è presidente. Marchionne ha rivelato che intende diversificare l’offerta in termini di nuovi modelli e aumentare la produzione a quota 10.000 entro il 2020. Nel 2019 dovrebbe arrivare le prima vettura di serie con propulsione ibrida ma resta il mistero su quali potrebbero essere i nuovi modelli da aggiungere alla gamma attuale. Escludendo una suv, più volte smentita in passato dalla Ferrari (ma non si sa mai con un manager come Marchionne…), il pensiero va alla cosiddetta erede della Dino, una sportiva più “abbordabile” con motore V6 di cui tanto si è parlato negli scorsi anni a livello di indiscrezioni.