RITORNO ALLA NORMALITÀ - Dopo le difficoltà causate dal lockdown di marzo, la Ferrari non è ancora tornata a risultati economici in linea con quelli pre-crisi. Nel trimestre luglio-settembre 2020, la casa di Maranello ha ottenuto ricavi per 888 milioni di euro, contro i 915 milioni dell’anno scorso. Pesa il drastico calo di sponsorizzazioni e proventi commerciali, passati da 135 milioni a 95 milioni. Tuttavia, gli utili prima delle imposte sono passati da 311 milioni a 330 milioni, mentre l’utile netto è salito da 169 milioni a 171 milioni.
BENE LE V12 - Nel trimestre sono state consegnate 2.313 auto, 161 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Europa ha offerto buoni risultati, perché la Ferrari ha targato 1.288 auto, 145 in più del 2019, ma ha tenuto bene anche il mercato asiatico: qui le immatricolazioni sono state 2 in più (402). Risultati negativi nelle Americhe, dove le vendite sono passate da 772 a 504, e nei mercati cinese, di Hong Kong e Taiwan, con 119 consegne: l’anno scorso sono state 159. Le vendite di Ferrari con motore 12 cilindri sono aumentate del 15,4%, mentre quelle con il V8 sono diminuite del 12,8%.
LE STIME PER IL 2020 - Da inizio anno, la Ferrari ha consegnato 7.755 vetture, contro le 6.440 del 2019, mentre il fatturato è diminuito del 16%: da 2,84 miliardi a 2,39 miliardi. Da gennaio a settembre gli utili prima delle imposte sono diminuiti da 936 milioni a 771 milioni, e l’utile netto è calato da 533 milioni a 346 milioni. Per fine 2020, la casa di Maranello stima di arrivare a 3,4 miliardi di fatturato e ad avere utili prima delle imposte compresi fra 1,07 e 1,12 miliardi.





