Quando venne presentata nel 1978, la Fiat Ritmo rappresentò una forte rottura rispetto alla 128 che era chiamata a sostituire. Il suo obiettivo era di rendere la casa torinese protagonista in un segmento che vedeva il dominio della Volkswagen Golf, quindi quello delle berline compatte con portellone posteriore.

La linea era frutto del lavoro del Centro Stile Fiat, guidato da Giampaolo Boano, che realizzò una vettura lunga meno di 4 metri con avvolgenti paraurti in plastica, che incorporavano anche le luci, e un insieme di elementi circolari che si armonizzavano con linee tese. Gli interni erano progettati per ottenere la massima funzionalità e abitabilità, con plancia e pannelli porta completamente in plastica. Meccanicamente invece non si discostava dalla precedente 128, con trazione anteriore, sospensioni indipendenti davanti e a balestra dietro.
La Fiat Ritmo ebbe un buon successo commerciale e in venne prodotta fino al 1988, quando fu sostituita dalla Tipo, dopo aver venduto oltre 2 milioni di esemplari. Il modello è rimasto nel cuore di molti automobilisti, tanto che occasionalmente alcuni designer indipendenti provano a immaginare come sarebbe la Ritmo oggi.

Lo ha fatto anche Mirko Del Prete cercando di rimanere fedele allo stile della prima Ritmo, reinterpretando il modello con telaio, dimensioni e tecnologie dei giorni nostri. Si ritrovano i fari circolari, qui con una firma luminosa tonda con al centro un elemento orizzontale, e anche il logo illuminato sulla mascherina è quello “vintage”, che però non era presente sulla Ritmo originale, ma venne utilizzato a partire dal restyling del 1982. I fanali posteriori a led della nuova Ritmo hanno uno sviluppo orizzontale, proprio come sulla vettura che l’ha ispirata. Le maniglie, invece, sono di tipo tradizionale, non tonde come quelle della Ritmo degli anni ‘80.

















































































