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La Fiat cresce ancora nel capitale Chrysler

04 gennaio 2013

La Fiat ha esercitato l’opzione di acquisto di un altro 3,32% delle azioni Chrysler. Con tale operazione il peso della Casa italiana è del 65%.

La Fiat cresce ancora nel capitale Chrysler

CHRYSLER SEMPRE PIÙ FIAT - Prosegue la marcia della Fiat sulla strada dell'acquisizione della totalità delle azioni della Chrysler. Ieri la casa italiana ha comunicato al fondo Veba, appartenente al sindacato United Auto Worker dei lavoratori Chrysler, l’intenzione di esercitare l’opzione di acquisto di un  altro 3,32% del pacchetto azionario della Casa automobilistica americana. Il Veba detiene infatti tutte le azioni non in mano alla Fiat. 

MA QUANTO VALE CHRYSLER? - L’importo dell’operazione dovrebbe essere di 198 milioni di dollari, circa 150 milioni di euro. Il condizionale è d’obbligo dopo che nei mesi scorsi una prima opzione di acquisto ha visto sorgere una forte discrepanza tra la Fiat e il Veba a proposito del valore da attribuire alle azioni. La questione è nelle mani di un Tribunale del Delaware a cui è stato chiesto un giudizio. Si prevede che la questione sarà risolta nei prossimi mesi.
 
CALCOLI MILIONARI - Secondo gli accordi relativi all’ingresso della Fiat in Chrysler, la Fiat può progressivamente aumentare la sua quota azionaria, con quote del 3,32% ogni sei mesi. Gli stessi accordi prevedono un complesso metodo per stabilire il valore di ogni azione. Tanto complesso che appunto sono sorti i citati problemi di interpretazione, e non piccoli.  Per la Fiat la prima quota del 3,32% per cui ha fatto valere l’opzione valeva circa 140 milioni di dollari, mentre secondo il Veba l’importo da pagare era di circa 342 milioni di dollari. La disparità di vedute dipende dal fatto che dalla firma dell’accordo a oggi la “salute” economica e produttiva della Chrysler è progressivamente migliorata, facendo crescere anche il valore della società.
 
UNIFICAZIONE SULLO SFONDO - Considerando comunque come conclusa la prima acquisizione, con quella attuale la Fiat arriverà al 65,17% del totale. La progressiva crescita della Fiat in Chrysler ha come obiettivo dichiarato la fusione delle società, che offrirebbe alla Fiat notevoli vantaggi finanziari e fiscali.


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Ritratto di Porsche
4 gennaio 2013 - 15:00
caro marchionne devi arrivare al 100% quanto prima altrimenti non vedi una lira.
Ritratto di LucaPozzo
5 gennaio 2013 - 01:20
80
Ritratto di Merigo
4 gennaio 2013 - 15:38
1
Bravi tutti! Altro che sterili liti sul sesso degli angeli come in Italia. In USA e Canada si litiga con il coltello tra i denti con un solo obiettivo: il bene dell'azienda da cui ne consegue il lavoro dei dipendenti!
Ritratto di yeu
4 gennaio 2013 - 16:21
Se non altro dopo l'acquisizione Fiat potrà mettere finalmente mano alla liquidità di Chrysler che è già oltre i 10miliardi di euro e sta crescendo a dismisura. Con il consolidamento avrà finalmente la possibilità di effettuare tutti gli investimenti necessari anche in Italia.
Ritratto di wiliams
4 gennaio 2013 - 18:35
MARCHIONNE sei unico,grazie di esistere,sei solo da ammirare per quello che stai facendo per FIAT e per CHRYSLER e ovviamente per gli operai italiani,nonostante la forte crisi in ITALIA hai comunque deciso di investire ancora e di non chiudere nessun stabilimento,anche se non ce lo meritiamo.Grazie SERGIO.
Ritratto di MatteFonta92
4 gennaio 2013 - 19:54
3
Io sto ancora aspettando di vedere i soldi del fondo Chrysler investiti in qualche nuovo modello Fiat, magari prodotto in Italia. Invece macchè, a Maglionne interessano solo gli USA. E intanto ha condotto il marchio Lancia alla morte. Se continuiamo così entro una decina d'anni nemmeno l'Alfa non esistera più.
Ritratto di LucaPozzo
5 gennaio 2013 - 01:31
Il fatto é che al momento la liquiditá di Chrysler non puó essere dirottata sulle consociate. E non servirebbe nemmeno a molto, perché di liquiditá a disposizione di FGA ce n'é. Semplicemente, a parte gli 800 milioni di euro investiti a Pomigliano, si é deciso di non investire in Italia fino al rinnovo delle linee di Melfi (circa un miliardo quello dichiarato, ma é probabile che ne serviranno di piú) e a quelle di Mirafiori l'anno dopo (non conto Grugliasco e Modena perché ovviamente sono su una scala molto piú ridotta). Visto che i dati del gruppo e dei competitor del Q3 son pubblici, direi che possiamo tutti concordare che possiamo concludere con un "meno male"
Ritratto di MatteFonta92
5 gennaio 2013 - 12:11
3
Quindi è semplicemente colpa della testardaggine di Marchionne se oggi marchi come Lancia e Alfa Romeo sono ridotti in questo stato (e la Fiat non è messa meglio). Ma, dico io, tutti gli altri maggiori costruttori al mondo investono in nuovi modelli per uscire dalla crisi, mentre la Fiat è l'unica che rimane "in apnea" aspettando che vengano tempi migliori. Occhio, che a non respirare per troppo tempo si fa una brutta fine...
Ritratto di LucaPozzo
5 gennaio 2013 - 13:11
Assolutamente sì, è una scelta deliberata, ripetuta in decine di occasioni e in decine di interviste. E' una strategia che comporta molti sacrifici e un rischio principale: quello di perdere fidelizzazione. La scommessa è che la tendenza alla fedeltà ai marchi continui a scendere ai tassi con cui è scesa negli ultimi anni. D'altra parte l'alternativa non comportava sacrifici e non prevedeva alcun rischio, vi erano solo certezze. Tra queste non vi era "l'uscita dalla crisi", in compenso c'era quella di fallire, proprio come è successo, dal punto di vista industriale, a PSA. Oggi i consumatori italiani hanno una visione buona, anche se non completa, di quello che accade in Italia, ma nessuna visione di quello che accade fuori. Ad esempio da noi ci sono accese discussioni (magari un po' ideologiche) sui diritti dei lavoratori. Altrove in Europa questo non accade, perchè tanto il lavoro si è già deciso che non ci sarà più. Se a Melfi il problema è discutere del nuovo contratto di lavoro, a Genk il problema è decidere se usare i terreni della fabbrica per farci degli alloggi o farci un centro commerciale. Sicuramente è frustrante, ma, da italiano, quando ricevo le chiamate dei miei vecchi colleghi di Fiat che si lamentano perchè non gli è stata benestarata la Giulietta SW, mi sento sollevato; perchè la settimana ho ricevuto magari le telefonate dai vecchi colleghi di GM o quelli che son passati in PSA che si lamentano perchè dal 1mo gennaio sono a spasso.
Ritratto di Merigo
5 gennaio 2013 - 14:20
1
MatteFonda92, che non so cosa voglia dire ma senz'altro che vai a compiere 21 anni, prima di storpiare il cognome di Sergio Marchionne, fai fare i gargarismi alla tastiera. Sergio Marchionne è stato nominato AD di FIAT nel giugno 2004 quindi quando i danni irreversibili in Lancia erano già stati fatti: Thesis inguardabile ed invendibile già a listino, con quelle poche vendute perennemente in officina per inguaribili difetti di progettazione; Delta III° serie (l'attuale) già quasi a listino e non più modificabile; Lybra sfinita più che finita: tutte letteralmente schiacciate nei loro segmenti dalla triade Audi-BMW-Mercedes. Tu non eri ancora nato quando a metà anni ottanta la più ambita SW in Italia era la Thema 2,5 turbo diesel, e nessuno si cagava le Audi che erano ancora al livello di immagine delle Auto Union; le BMW che avevano fama ben meritata di non stare in strada, in particolare sul bagnato; e le SW Mercedes che andavano bene per i rappresentanti che ci portavano i campionari. Io poi ho avuto la fortuna di frequentare fino da bambino lo stabilimento Lancia di Borgo S.Paolo, vedere il Reparto Corse prima ancora della Stratos, con solo le Fulvia di Munari-Mannucci, e sempre bambino di vedere nascere lo stabilimento di Chivasso, da cui per prima uscì la Flavia II° serie; e quindi il mio disprezzo per quanto hanno fatto generazioni di Dirigenti Fiat per distruggere Lancia è enorme, ma Sergio Marchionne non c'entra nulla, così come per Alfa-Romeo. Creare oggi berline (il cui costo di progettazione e sviluppo è mostruso) per scontrarsi contro la triade sarebbe da imbecille, come imbecilli sono stati i francesi ad insistere con le Loro berline per puro orgoglio nazionale: ma almeno con questo orgoglio i francesi ne hanno comprate, anche se non da pagarsi i costi. Ma a proposito di orgoglio, ti ripropongo il ragionamento di Platone riadattato anni fa proprio da Sergio Marchionne (laureato, tra l'altro, anche in filosofia) al settore Automotive: vanità è avere una gamma o più gamme bene articolate, con più e più stabilimenti produttivi, ma che complessivamente perdono un sacco di denaro; orgoglio è viceversa mantenere i conti in ordine ed avere la capacità di approfittare di nuove opportunità come con Chrysler (oggetto dell'articolo) ed incuriosire tutto il mondo economico/finanziario/industriale su come si sia riusciti a cogliere questa opportunità, dove niente po po di meno che Daimler-Benz fallì. Il programma se non lo sai (ma lo so che lo sai ma preferisci fare finta di non saperlo), è fare rinascere quell'immagine spenta, con un geniale quanto ambiziosissimo programma industriale e di marketing. Dallo stabilimento di Grugliasco ex Bertone usciranno per prima la nuova Maserati Quattroporte cui farà seguito la baby Maserati: se tutto funzionerà (magari anche con un poco di tifo italiano!) da lì usciranno la nuova Thema e la nuova 164, con un'immagine tutta nuova ed elevatissima. Non sarà facile togliere dal piedestallo Audi A6, BMW 5 e Mercedes E, ma sarebbe impossibile farlo con una nuova Thesis prodotta a Mirafiori e una nuova 159 prodotta a Cassino, ormai senza blasone ed interesse commerciale da parte di nessuno, me compreso che ho in camera la bandiera tricolore con il marchio Lancia al centro.
Ritratto di maparu
5 gennaio 2013 - 16:51
Innanzitutto complimenti, sei l'unica persona di questo forum ad avere una cultura automobilistica almeno risalente agli anni 80. Ho visto storpiare in modo offensivo il nome di Sergio Marchionne in questo forum da i vari Limousine & Company....... Non credo soffrirà di questo l'AD di Fiat e non mi ergo a suo paladino ma è giusto scrivere e rendere la storia vera per quello che è almeno per gli ultimi 10 anni. I Romiti che spuntano e si alleano a Fiom nel dare per morta Fiat ce ne sono che basta.......ora nel momento economico più buio dell' Italia sembra che Fiat debitrice con il popolo debba investire a furor di popolo su auto che nessuno compra perchè soldi non ce ne sono, o addirittura svendere Alfa Romeo alla WW. Mi fermo qui perchè il programma elencato da te è esattamente quanto si verificherà nel futuro per l'unica grande Azienda dell'automobile italiana. Chrysler, Dodge, Jeep........marchi che hanno fatto e sono la storia dell'auto in America ora fanno parte del Gruppo Fiat. Con il lavoro e la tecnologia italiana potremmo costuire in Italia per il mondo modelli che torneranno a sfidare la triade tedesca. Un pò di ottimisno No !!!!!
Ritratto di lotusz
5 gennaio 2013 - 17:31
Per la verità negli anni 80 le sw più ambite ( e costose) erano le Mercedes 200 TE/300 TD, la Thema era diretta concorrente delle Volvo 740/760
Ritratto di MatteFonta92
5 gennaio 2013 - 18:04
3
Innanzitutto il mio nickname è MatteFonta, con la T, e "Fonta" sarebbero le prime lettere del mio cognome, anche se spesso e volentieri, magari nella fretta di leggere o scrivere, qualcuno l'ha storpiato nei modi più vari. Ma sto divagando. Riguardo a quello che dici, magari non avrò una cultura automobilistica così arretrata nel tempo, dato che ho compiuto 20 anni a novembre, ma Marchionne invece lo conosco da abbastanza per poter dire che a me non ispira fiducia. Spesso e volentieri si è rimangiato le promesse che aveva fatto (vedi ad esempio Fabbrica Italia), e quindi io lo loderò quando i piani che sta sbandierando saranno tramutati in qualcosa di reale. L'Alfa Romeo che rinasce, diventando un marchio premium per far concorrenza a BMW & company è una cosa che a me piacerebbe immensamente, ma sinceramente allo stato attuale delle cose ci credo poco. Ma se davvero ciò che Marchionne intende fare diventerà realtà, sarò il primo a complimentarmi con lui. Senza problemi, io sto qui e aspetto. Vedremo se alla fine i miei sospetti saranno fondati, anche se, per il bene dell'Italia, spero di no.
Ritratto di ceccorapo
4 gennaio 2013 - 22:12
Una fabbrica di auto italiana che erode la quota italiana per acquistare percentuali di una fabbrica di auto americana,nella totale indifferenza della politica che nei decenni ha versato fior di soldi nelle casse Fiat,è lo specchio di un Paese allo sbando.Lancia quasi defunta con la Y,Alfa Romeo con 2 modellucci di auto e Fiat con Punto,Panda e 500...Audi investe,Wv investe...da noi si danno milioni di euro a dirigenti col cachemire che ci scippano l'industria sotto il naso.Primi nei Rally,nel Turismo,in F1...ricordi.E' incredibile!
Ritratto di 911 Carrera
6 gennaio 2013 - 04:07
Non stiamo fallendo, solo che il nostro MARK sta.........meditando.....e x farlo meglio va in America, se non fosse x li operai e x la profonda crisi che ne seguirebbe, mi verrebbe da auguragli un bel TONFO a lui, a quel che resta del G.Fiat e agli americani. Ma ci sono posti di lavoro e padri di famiglia, speriamo che vada come dice il Mark.
Ritratto di gilrabbit
6 gennaio 2013 - 15:17
un domani si potrà dire che l'andata in america sia stata la salvezza della FIAT. Forse i soldi guadagnati su altri mercati potranno servire per investire in casa sempre che i nostri governi e sindacati la smettano di fare la guerra a chiunque ha una visione globale del mondo del lavoro. Forse la globalizzazione dei marchi permetterà di offrire prodotti che vadano oltr ela solita Punto e forse la redditività si potrà avere con numeri limitati di auto e non come oggi che per avere un minimo di guadagno si devono vendere migliaia di pezzi. Forse un domani si capirà che auto di qualità non è solo germania e Evoque e Mini dimostrano che si può fare concorrenza a prescindere da chi sia il proprietario delle azioni. Forse un domani potremo avere delle Jeep prodotte a Melfi e commercializzate col marchio Fiat o forse potremo vedere Maserati prodotte in Italia girare senza sfigurare sui boulevard di Los Angeles tra Bmw e Mercedes o le stesse Ferrari. Insomma fare businnes con l'automotive non solo rincorrere i coreani i rincorrere la Golf come se fosse l'unica auto possibile al mondo. Ho ripetuto il forse perchè quanto ho detto sono cose possibili e non signi d ipulcinella di chi vorrebbe veder prodotte supercar da aziende cassintegrate e senza un soldo in cassa!!
Ritratto di 911 Carrera
7 gennaio 2013 - 00:41
1 motivo su tutti?, xchè importare le materie prime (da noi esaurite già da decenni) x produrre qui, quando si possono aprire stabilimenti (grazie all' Europa e a leggi troppo permissive), la dove ci sono le materie prime da sfruttare?. Poi tutti gli altri motivi già ampiamente discussi su altri post.
Ritratto di Pasquit
7 gennaio 2013 - 00:36
Il problema non è Marchionne che investe strategicamente in USA, o meglio, il problema del mercato italiano è proprio l'Italia, una nazione ibernata! Giustamente come ha detto qualcuno in qualche post precedente, noi guardiamo al nostro mercatuccio, saturo e senza soldi, e non sappiamo minimamente ciò che accade all'estero. In Europa ci sono situazioni peggiori, I bravi scandinavi hanno perso la proprietà del marchio Volvo e Saab ha miseramente chiuso, in Francia si respra aria di crisi profonda, in Spagna se non fossero arrivati i tedeschi, non sarebbero più produttori di auto da tempo. io sono un piccolo commerciante, da 5 anni ho una mia attività, nulla centra con le auto ma gestendo dei negozi ho il polso della situazione parlando con moltissimi clienti, di ogni estrazione sociale. Marchionne fa bene a credere in un progetto a lungo termine, che porterà la FIAT ad essere un attore nel mercato futuro mondiale dell'automobile, è inutile piangere ora i 30 anni di governi passati a rubare insieme a 30 anni di amministrazione FIAT malgestita. Ma vi ricorate la ALFA ARNA? LA FIAT DUNA? LA LANCIA GAMMA? LA LANCIA DEDRA? Modelli che hanno contribuito non poco a fare in modo che schiere di clienti salutassero marchi italiani per rivolgersi all'estero. Io stesso, ho 37 anni, da piccolo quando vedevo una SKODA ci ridevo e mi toccavo le "palle", convinto che la SKODA verde marcio portasse sfiga.. In casa mia mio padre era appassionato di auto, e ne ha avute tante ma tante, mai avrei pensato che in un futuro avrei poi acquistato una SKODA e sinceramente sono 2 anni e mezzo che la uso, con grandissima soddisfazione. VW, in tempi non sospetti, aveva capito che non bisogna arenarsi a fare ciò che si è sempre fatto, altrimenti si va a picco...Ha investito in vecchi stabilimenti nell'est e oggi ha un palmares di marchi che vendono in tutti i mercati mondiali. Gli USA sono sempre un mercato da 300 mln. di abitanti, crisi o no sanno reinventarsi meglio di qualsiasi altra nazione, Marchionne da manager sta facendo ciò che va fatto per mantenere in piedi un'azienda, sta investendo dove vede dei possibili guadagni e del futuro. Un'azienda per vivere deve avere bilanci a posto, L'Italia non è un mercato interessate per le aziende, da noi si compra poco e non ci sono soldi, ben venga sviluppare prodotti per l'esportazione e cercare di invadere il mercato USA con il gusto italiano, anche perchè ricordate che noi pecore italiane, come tanti nel mondo, seguiamo le tendenze che arrivano proprio dagli USA, per cui in un mondo globale come quello odierno con una CINA che compra a mani basse qualsiasi cosa, avere un'immagine internazionale di successo proveniente dagli USA e dall'ITALIA è un gran bel biglietto da visita.
Ritratto di maparu
7 gennaio 2013 - 21:11
Tra politici ladri di ogni colore, governi che sanno solo tassare i beni comuni , è un miracolo che in Italia si possa parlare ancora di industria dell'automobile !!!!!! Se ci siamo ancora ringraziano la nostra natura di imprenditori globali, poliedrici ma soprattutto l'unica firma che conta il made in italy. L'oggetto è nord est perchè è la terra dove vivo ma poteva essere qualsiasi altra regione italiana; un pò di orgoglio italiano non fa male e ben venga se in Italia potremmo fabbricare berline importanti per mercati esteri.
Ritratto di 911 Carrera
7 gennaio 2013 - 23:35
aggiungici Palio, ultima Croma, K in 3 versioni, ma la invenduta peggiore fu la coupè, Brera, Marea berlina regalate alla polizia, e già non + circolanti, come le 159 dei carabinieri, molte hanno lasciato mezzi motori sui dossi, una volta messa la cellula blindata, nessuno pensò che forse era il caso di rinforzare le sospensioni e di alzarle da terra, poi con i diesel. Spero di sbagliarmi , ma tra 10 anni non ci saranno + auto prodotte in Italia, resteranno , forse, i componenti, ma AUTO intere, ne dubito (la stessa Panda resta IN PROVA, non in modo definitivo, x ora).
Ritratto di gilrabbit
7 gennaio 2013 - 10:33
dimenticare l'italia significa impedire a 60 milioni di cittadini di spendere moneta. Quanto a materie prime non le abbiamo mai avute mentre da sempre abbiamo una capacità d'ingegno abbastanza ricercata nel mondo. Se va via fiat significa che nessun altro potrà arrivarte e non ci resterà altro che darci all'agricoltura di sussistenza e al turismo. Forse e probabilmente non sarà così. Inoltre in italia ci sono aziende che forniscono componentistica a molte case straniere da vag al resto.

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