IN STATO D'EBBREZZA - La tragedia risale al pomeriggio di domenica scorsa. In Val di Susa, sulla statale 24 del Monginevro, all’ingresso del paese di Condove (Torino), un pulmino ha travolto una moto, uccidendone la passeggera (Elisa Ferrero, 27 anni) e ferendo gravemente il guidatore (Matteo Penna, 29 anni). Al volante del van, un Ford Transit, Maurizio De Giulio, 50 anni: dopo una lite per ragioni di viabilità, ha inseguito la moto, per poi schiacciarla contro un guardrail. Stava viaggiando insieme alla compagna e alla figlia per la classica gita domenicale: l’alcoltest al quale è stato sottoposto ha rilevato 1,15 grammi di alcol per litro di sangue, più del doppio del massimo consentito (0,5 grammi per litro).
L’ACCUSA - Subito, De Giulio è stato accusato di omicidio stradale colposo. Poi, però, la perizia sull’incidente, disposta dalla procura di Torino, lo ha inchiodato: De Giulio sarà indagato per omicidio volontario. La richiesta di convalida per l’arresto verrà depositata oggi pomeriggio dalla pm Paola Stupino: il capo d’imputazione sarà modificato da omicidio stradale in volontario. Gli elementi raccolti dai carabinieri e la perizia sul van di De Giulio e sulla moto di Penna confermerebbero che l’automobilista ha colpito la moto dopo averla inseguita per quasi un chilometro. L’uomo, in carcere alle Vallette, entro domani dovrà essere sentito dal gip (il giudice per le indagini preliminari).
IL BILANCIO DEL 2016 - In materia di aggressioni su strada, l’Asaps (l’associazione degli Amici della Polstrada) ha conteggiato lo scorso anno 183 episodi, con 4 morti e 238 feriti, di cui 37 gravi. In 31 casi, le persone coinvolte hanno utilizzato pistole o coltelli; in altri 33, armi improprie come la stessa vettura, un ombrello, il cric o una mazza da baseball. Per prevenire la colluttazione, l’Asaps suggerisce di non ingaggiare mai una lite per viabilità, che potrebbe degenerare: l’altro guidatore potrebbe essere drogato, ubriaco, violento di natura, un soggetto instabile psicologicamente o che assume particolari medicinali. Si raccomanda soprattutto di non scendere mai dalla vettura e di mantenere dall’altra persona una distanza di almeno due metri. E se dovesse mettersi male, chiudersi in auto e chiamare il 112 o il 113.
RABBIA “DA STRADA” - Ma perché queste esplosioni d’ira incontrollate in auto? In base a una ricerca dell’Università di Leeds (Inghilterra), il 25% degli automobilisti mette in atto spesso comportamenti aggressivi: suona il clacson, gesticola, sbraita. Oltre (come ha confermato un altro studio, dell’Università statale del Colorado) ad avvicinarsi pericolosamente all’altra auto. Mentre una ricerca dell’Università di Stoccolma rivela che il 90% dei patentati si giudica più abile della media. Si è arrivati a parlare di “road rage”: rabbia “da strada”. Il riferimento è ad aggressioni verbali o fisiche da parte di un guidatore verso un altro. Rabbia stimolata dalla mancanza di contatto umano e dall’anonimato che deriva dallo stare nell’abitacolo, visto come una corazza, o come un ambiente da difendere a ogni costo. E anche le persone tendenzialmente miti, specie in situazioni di traffico congestionato, rischiano di diventare colleriche assumendo comportamenti di sfida.