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Ford: Mulally lascia, arriva Fields?

23 aprile 2014

Il capo della Ford, Alan Mulally, dovrebbe lasciare presto il vertice della società, sostituito dal numero due Mark Fields.

Ford: Mulally lascia, arriva Fields?
CAMBIO DELLA GUARDIA - Entro breve la Ford avrà un nuovo capo. L’agenzia Bloomberg ha infatti scritto che la casa americana ha deciso di anticipare di qualche mese il cambio della guardia al vertice della società, con la partenza di Alan Mulally (foto sopra) e l’insediamento di Mark Fields al suo posto. Mulally ha 68 anni ed è arrivato al vertice della Ford nel 2006, proveniente dalla Boeing, dove aveva lavorato per 37 anni. Mark Fields ha 53 anni ed è in Ford dal 1989 e attualmente è direttore operativo, in pratica il n° 2 della casa. Bloomberg ha scritto che la notizia è frutto di indiscrezioni da parte di persone interne all’azienda, ma aggiunge anche che la comunicazione ufficiale dovrebbe essere diffusa il primo maggio. 
 
DAL PROFONDO ROSSO AGLI UTILI - L’uscita di Alan Mulally avviene in modo trionfale, in quanto lascia la Ford in ottime condizioni economiche: negli ultimi cinque anni ha realizzato 42,3 miliardi di dollari di utili, mentre negli anni 2006-2008 accusò perdite per 30,1 miliardi. L’anno scorso ha realizzato un utile operativo di 8,78 miliardi di dollari. 
 
CRESCITA GLOBALE - La “cura” Mulally ha interessato un po’ tutti gli aspetti della vita della Ford: dalla riorganizzazione interna al rinnovo della gamma secondo le esigenze più attuali e compiendo un notevole miglioramento dei prodotti, dalla politica degli acquisti alle nuove politiche globalizzate. Sul piano strategico è stata potenziata l’azione sui diversi scenari mondiali, soprattutto quello asiatico. Quest’anno si prevede che la Ford diventerà il terzo costruttore sul mercato cinese, dietro alla GM e alla Volkswagen.  Quanto all’Europa, è stata affrontata con oculatezza la crisi di vendite e ora le previsioni dicono che nel 2015 la Ford realizzerà un utile anche sul mercato europeo. Non mancano i problemi, ma sostanzialmente sono gli stessi che preoccupano gli altri costruttori, e cioè l’incertezza della situazione in Russia, per ragioni geopolitiche, e l’instabilità valutaria del Sudamerica che rende economicamente difficile operare.
 
SENZA ESPERIENZA AUTOMOBILISTICA - La figura di Mulally è resa eccezionale per questi risultati ma non solo. A rendere il manager ormai un mito è il fatto che arrivò alla Ford senza alcuna esperienza nel settore dell’auto (come peraltro è stato per Dan Akerson che da poco ha lasciato il vertice della General Motors, e per Sergio Marchionne della Fiat-Chrysler). Quando Mulally arrivo a Dearborn, sede della Ford, in molti manifestarono scetticismo, ma evidentemente Bill Ford che lo aveva scelto aveva visto giusto. Da notare che assieme alla notizia dell’avvicendamento in Ford, le indiscrezioni parlano anche di un possibile incarico di top management per Mulally alla Google o alla Microsoft. Oppure come consulente sempre alla Ford. Insomma, Mulally non si sente affatto da rottamare.
 
INVESTITURA NEL 2012 - Ora per Mulally resta di dimostrare di essere riuscito anche nell’ultima scommessa di ogni top manager: quella di preparare una valida successione. E sicuramente Mulally ha lavorato anche in questa direzione. Mark Fields fu uno dei pochissimi manager che entrarono subito in sintonia con Mulally nella nuova gestione della società e non solo è rimasto in azienda (al contrario di tanti altri) ma ha assunto via via posizioni sempre più rilevanti, sino a che alla fine del 2012 è stato nominato direttore operativo, cioè la posizione subito dopo quella di Mulally ed equivalente in pratica a una investitura per la successione.


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Ritratto di Veronicuccia
24 aprile 2014 - 12:49
A me le Ford non piacciono molto, ma devo dire: bravo Alan! Arrivare in un'azienda con i conti in rosso e risanarla non è opera semplice, specie se l'apparato ti guarda con sufficienza! Da noi i manager sono di ben altra pasta... Vai a far capire loro che non basta fare tagli, ci vuole anche una visione strategica...
Ritratto di onavli§46
24 aprile 2014 - 13:32
pur non denigrandoci all'inverosimile, che all'estero, ovviamente nei Paesi economici più industrializzati ed in democrazia (sopratutto), le situazioni di ogni genere sono affrontate, gestite e risolte in maniera diversa che da noi. Questo caso FORD, , è assai emblematico, ma certamente non il solo, ove vige, la capacità di imparare per poi applicare il saper fare, e sopratutto risolvere le situazioni senza trascinarle infinitamente nel tempo, e colpire come un clichè stabilito solo e soltanto la debolezza e non l'indispensabile nel corretto. L'Italia, da sempre, ma oggi come oggi sempre squallidamente di più, i problemi di ogni tipo, vengono sempre e comunque affrontati con parvenza di serietà, ma verosimilmente sempre con leggerezza, truffaldinità, e sopratutto collusione dei poteri forti a scapito del solito (i) "pantalone (i)", che pagano sempre e comunque in ogni circostanza. Non cito specificatamente nessun caso, ma da discuterne per ore e ore, ve ne sarebbero migliaia. Dalla politica, all'industria, alla economia alla finanza, ecc. ecc., chi gestisce, (anche malissimo) non solo non paga mai, ma addirittura guadagna sempre e sempre rimane impunito. E' una questione di folclore (chiamiamolo così) tutto italiano, di cui ripeto, non vi è proprio nulla da vergognarsi, ma soltanto di capire e sopratutto attuare la logica, quando questa oltrepassa in ogni misura l'interesse di pochissimi a scapito di tantissimi altri, che poi siamo noi. Il sistema illecito radicato, non è certo decennale, se vogliamo essere precisi è secolare; ma pare che cambiarlo, al momento non sia proprio possibile.....purtroppo. Comunque complimenti alla cose fatte bene.