Formula 1 e rally, NASCAR e Formula Ford, Turismo e Gran Turismo, Formula Truck e IndyCar, Le Mans e Sport Prototipi: soltanto per raccontare la centenaria epopea sportiva della Ford, nota per aver utilizzato per la prima volta la catena di montaggio e il nastro trasportatore nella produzione di veicoli svecchiando dinamiche fin a quel giorno quasi artigianali, servirebbe un'enciclopedia. Ma la storia della Casa di Detroit, fondata il 16 giugno del 1903 in una vecchia fabbrica di vagoni ferroviari con appena 28mila dollari di capitale sociale raccolti da Henry Ford insieme a undici uomini d’affari, è soprattutto la cronaca di una scommessa industriale largamente vinta. “Costruirò un’auto che avrà un costo così basso da essere accessibile a tutti”, era il motto “fordista” alla base del modello T lanciato il primo ottobre 1908 dopo una serie di vetture semplicissime da guidare e battezzate con le lettere dell'alfabeto fra la A e la S: soprannominata “Lizzie”, nella primavera del 1927 la Ford T raggiunse i 15 milioni e 458.781 unità vendute e, letteralmente, motorizzò l'America del miracolo economico, agevolata anche da un prezzo unitario sceso da 850 a 260 dollari, mentre le paghe dei dipendenti raddoppiavano e le ore giornaliere di lavoro calavano da 8 a 9.
Le autovetture sono l'atout principale del gruppo yankee, prodotte all'incirca in 170 modelli. Scomparso il fondatore all'età di ottantatré anni il 7 aprile 1947, la Ford Motor Company non subì scossoni significativi e, anzi, andò in caccia di nuovi successi con modelli come la Anglia del 1940, la Ford (omonima) del 1949, la Thunderbird del 1955, la Falcon del 1960, la Mustang del 1964, coeva della sportiva GT40, la Escort del 1968, la Fiesta del 1976, giunta all'ottava evoluzione, prodotta in Spagna (come denuncia il nome) e venduta in 11 milioni di esemplari, la Sierra del 1983, la Scorpio del 1985, la Taurus del 1986, la Mondeo del 1993, la Ka del 1996, la Puma del 1997 e la Focus del 1998, sotto la guida degli eredi e figli d'arte Henry Ford II e William Clay Ford, Jr.
Inoltre, rivelò altri marchi quali Land Rover, Jaguar, Aston Martin, Volvo e circa il 33 per cento delle quote di Mazda, salvo doverli successivamente cedere (eccetto la Lincoln) in seguito alle crisi economiche internazionali del nuovo millennio, che portarono al taglio di numerosi posti di lavoro e che soltanto il piano strategico “The Way Forward” riuscì a contenere. A partire dal 2009, la Ford Motor Company è tornata in attivo con un utile netto di 2,7 miliardi di dollari, che appena due anni più tardi sono diventati 20,21 miliardi; giusto per dare un'idea, la casa americana ne ha ottenuti 7,6 nel 2017 e 17,9 nel 2021. Tutto ciò, in virtù del contributo di circa 180.000 dipendenti dislocati negli stabilimenti in Canada, Messico, Regno Unito, Spagna, Turchia, Brasile, Argentina, Australia, Cina, Sud Africa e altre nazioni: una rinascita in linea con gli slogan “Drive One” e “Go Further”, utilizzati rispettivamente negli USA e in Europa. Attualmente la gamma di veicoli disponibili nel Vecchio Continente è formata da Fiesta, Focus, EcoSport, Tourneo Connect, Puma, Kuga, Ranger, Mustang, Mustang Mach-E ed Explorer, costruiti per la maggior parte nelle fabbriche di Colonia e Saarlouis in Germania, Valencia in Spagna, Tychy in Polonia, Genk in Belgio e Vsevolozhsk in Russia.