NEWS

In Francia dicono no agli incentivi

04 luglio 2012

Il ministro Sapin si è detto contrario a nuovi aiuti governativi legati alla rottamazione, giudicando più importante sostenere la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti. In ballo ci sono migliaia di posti di lavoro.

AIUTI SÌ. MA COME? - Il primo ministro francese Jean-Marc Ayrault ha promesso per la fine del mese il varo di un piano di aiuto/sostegno al settore automobilistico. Nell’impegno preso dal capo del governo di Parigi in molti hanno letto un preavviso dell’introduzione di nuovi incentivi, ma la cosa ha trovato autorevoli smentite. A negare tale possibilità è stato il ministro del Lavoro Michel Sapin (foto sopra), nel corso di un’intervista radio-televisiva.

RICERCA NON INCENTIVA - Alla domanda esplicita se credesse che a fine mese sarebbero stati decisi incentivi per la rottamazione delle vecchie auto, così da promuovere le vendite delle nuove, il ministro ha risposto che non lo crede. “Penso che sia invece importante - ha precisato Sapin - sostenere la ricerca, lo sviluppo, l’innovazione, la realizzazione di solide basi per l’automobile di domani”.

SEI MESI IN CALO - In Francia da gennaio a giugno le immatricolazioni di auto nuove sono calate del 14%, con i costruttori francese PSA Peugeot-Citroën e Renault che registrano cali rispettivamente del 20% e 15%. Tale realtà si sta traducendo in pesanti conseguenze per le prospettive occupazionali. Secondo i sindacati, il gruppo PSA starebbe per varare una manovra di ristrutturazione basata sul taglio di migliaia di posti di lavoro (è stato scritto 10.000). La Casa non ha smentito. A fine 2011 il gruppo Peugeot-Citroën aveva parlato della necessità di tagliare 4.000 posti.

UN VERO E PROPRIO J’ACCUSE - Nei confronti proprio di PSA è da registrare una forte iniziativa dello stesso ministro Sapin, il quale si è rivolto al Presidente della gruppo di Peugeot e Citroën - Philippe Varin - accusandolo esplicitamente di aver nascosto la realtà della situazione durante il periodo della campagna elettorale per la presidenza della repubblica. Assieme all’affondo accusatorio, il ministro ha lanciato una sorta di aut aut al numro uno di PSA affinché dica “quale è la sua analisi della situazione reale di PSA. Dove sono le sue forze, dove sono le sue debolezze e partendo da ciò, quali siano gli interventi di ristrutturazione veramente necessari, quelli che permettono di salvaguardare posti di lavoro e la stessa azienda”. Ciò in alternativa a decisioni che siano di “chiusura di un sito tanto per chiudere un sito”.

POLITICA - I rapporti con il gruppo PSA Peugeot-Citroën stanno anche assumendo una valenza politica, come testimonia un’altra frase del ministro del Lavoro francese, con la quale ha ricordato come l’ex Presidente della Repubblica Sarkozy avesse definito PSA “una azienda automobilista esemplare, mentre ora c’è la pretesa di ristrutturare”.

STRATEGIE - Con tale vis polemica in atto non è escluso che il rifiuto di introdurre incentivi per la rottamazione sia anche uno strumento di pressione nei confronti dei costruttori affinché evitino iniziative traumatiche sul piano dell’occupazione. È perciò lecito pensare che le decisioni del governo a fine mese saranno influenzate da ciò che il Consiglio di centrale d’impresa (CCE) del gruppo PSA comunicherà e deciderà nella sua riunione del 12 luglio e quindi in quella più operativa del 25 luglio.



Aggiungi un commento
Ritratto di osmica
4 luglio 2012 - 20:05
Gli incentivi sono solo una droga momentanea per una parte del mercato.
Ritratto di LucaPozzo
4 luglio 2012 - 23:52
Effettivamente gli incentivi sono una droga, come dice correttamente Osmica. Però dovremmo smetterla con le ipocrisie: metà di ciò che mangiamo tutti i giorni non sarebbe stato prodotto nel nostro paese se non fosse stato sovvenzionato da fondi UE. Qui siamo di fronte ad un gruppo industriale importante che rischia l'insolvenza. Per carità, sono affari dei francesi, ma non mi sembra il momento per fare lezione di moralità economica quando i produttori di vino nello stesso paese prendono regolarmente la stecca. Possono permettersi di mettere in sicurezza PSA? Che lo facciano. Ovvio, per salvare la faccia chiederanno poi la testa di Varin, come avevano già fatto con Morin nel caso di Valeo. Mostrare invece i muscoli per raccogliere facile consenso è un suicidio, secondo me, in questa situazione
Ritratto di Vincenzo1973
5 luglio 2012 - 10:14
pensare ad incentivi per chi investe. non ti faccio lo sconto a te che compri, ma faccio lo sconto all'azienda che produce se investe in ricerca e assume personale per far cio'. il primo metodo e' di chi non sa che fare e parla alla pancia della gente (breve periodo) il secondo e' una corretta strategia fatta per parlare alla testa e produce i risultati nel medio e nel lungo periodo, quindi molto piu durevoli.
Ritratto di LucaPozzo
5 luglio 2012 - 10:57
Concordo pienamente in termini di principio. Ci son solo due problemi. Primo qui abbiamo di fronte un gruppo industriale che rischia l'insolvenza e nel lungo periodo nessuno garantisce che sia ancora vivo. Secondo, i rischi di sprecare soldi, quando si parla di investimenti in ricerca, sono altissimi. bisogna tenere in conto i costi di vigilanza per evitare che i finanziamenti vengano sprecati in follie come l'idrogeno, come è avvenuto negli anni scorsi (e continua purtroppo ad accadere)
Ritratto di Vincenzo1973
5 luglio 2012 - 11:03
sul rischio insolvenza, non so se ti riferisci a Fiat, ho qualche dubbio. il problema e' che il nostro settore automobilistico e' dopato. da troppi anni si comprano troppe auto rispetto alle reali necessita' e ora viene giu tutto.
Ritratto di LucaPozzo
5 luglio 2012 - 11:50
No, Fiat al limite ha il problema opposto: sta conservando liquidità accessiva non investita. Lì la linea è quella di tenere ferma tanta liquidità per non avere incertezza sull'accesso al credito. Mi riferivo proprio a PSA. Han già dovuto vendere degli immobili per fare cassa e far fronte ad alcune scadenze. I licenziamenti che vengono prospettati in Francia non sono per eccesso di capacità produttiva, sono proprio perchè c'è il timore di non poter pagare gli stipendi. E' vero, è un settore dopato. Ma, come scrivo sopra, siamo proprio disponibili a far finta che questo sia l'unico caso? Non aiutiamo l'auto ma finanziamo il vino, il latte e il riso? In Europa sono decenni che la produzione alimentare non rispetta nessuna regola di mercato e i prezzi vengono sostenuti artificialmente, ma sembra che dobbiamo essere rigidamente liberali con tutti gli altri settori. Io questo non lo condivido. Soprattutto quando si rischia di avere centinaia di migliaia di disoccupati in più in europa nel solo settore automotive
Ritratto di Vincenzo1973
5 luglio 2012 - 12:03
gli agricoltori ricevono finanziamenti per distruggere i raccolti in pratica e poi ai consumatori vengono vendute le olive spagnole e greche.
Ritratto di Carlo959
5 luglio 2012 - 12:52
...la situazione è talmente complessa (o perfino troppo "semplice", da un altro punto di vista)... L'auto tradizionale suppongo sia concettualmente defunta - nella prospettiva di un decennio. Allora oggi devi poterti permettere investimenti ingentissimi e sistematici nelle nuove tecnologie (credo possano farlo, contando sul loro surplus finanziario, quasi solo tedeschi e Toyota), scordandoti la faccenda degli aiuti di stato - questo mi sembra fuori discussione. Condivido (da tempo) il principio del ministro francese, nel senso che i governi farebbero bene a incentivare l'acquisto di auto a basso impatto (e solo di queste). Per il resto, ogni settore ormai ha "le sue" - ahinoi.