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I programmi dell’UE per il futuro dell’auto

09 novembre 2012

Atteso come quasi una panacea per i drammatici problemi di sovracapacità dell’industria dell’auto, il piano d’azione presentato ieri dal commissario europeo all’Industria Antonio Tajani si è rivelato piuttosto un grande progetto a medio e lungo termine.

I programmi dell’UE per il futuro dell’auto

MOLTA ATTESA - Ieri a Bruxelles, il commissario europeo all’Industria Antonio Tajani (nella foto) ha presentato il documento Cars 2020, “Piano d’azione per un’industria automobilistica competitiva e sostenibile in Europa”. Un’iniziativa volta ad aiutare l’industria automobilistica a riorganizzarsi per fronteggiare la competizione mondiale che caratterizza il settore, ma che ha creato aspettative anche (e forse soprattutto) per una risposta alla attuale drammatica crisi.

PIANO PONDEROSO E AMBIZIOSO - Il documento è costituito da 20 pagine fitte, e in buona parte riprende quanto contenuto nel rapporto pubblicato il 6 giugno scorso dal gruppo di lavoro CARS 21, istituito dalla Commissione europea già nel 2005 e rilanciato 2010 con l’indicazione di fornire delle “raccomandazioni sulle politiche a sostegno della competitività e della crescita sostenibile dell’industria automobilistica europea”, ciò con l’obiettivo di far crescere dall’attuale 16% al 20% entro il 2020 la quota di Pil europeo derivato dall’automobile. 

I PUNTI SALIENTI - Quattro sono le direttrici fondamentali su cui secondo il piano deve muoversi l’Unione europea: 1) investire nelle tecnologie avanzate e finanziare l'innovazione mediante una serie di iniziative normative e sostenendo ricerca e innovazione; 2) migliorare le condizioni di mercato rafforzando il mercato interno e applicando la regolamentazione intelligente in modo coerente; 3) migliorare la competitività sui mercati mondiali attraverso una politica commerciale efficace e l'armonizzazione a livello internazionale delle normative sui veicoli; 4) anticipare l'adeguamento investendo in capitale umano e competenze e ammortizzando l’impatto sociale della ristrutturazione. 

VAGHEZZA PER IL SOCIALE - Tutto ciò articolato in una serie di proposte più dettagliate concernenti molti aspetti della realtà dell’auto. Per quanto riguarda i problemi immediati di oggi, invece, poco o nulla. In materia il piano d’azione contiene proposte che non vanno al di là degli auspici. Per esempio, a proposito dei processi di ristrutturazione che sopprimono posti di lavoro, per esempio, viene detto: “In questo contesto, è particolarmente importante garantire una transizione economica e sociale armoniosa ed equilibrata, anticipando le esigenze in materia di formazione e competenze e gestendo la ristrutturazione nel modo più opportuno…”. Unica indicazione un po’ meno vaga è la sollecitazione a ricorrere al Fondo Sociale Europeo per le necessità di riqualificazione del personale espulso dalle aziende. 

2 MILIARDI DI BUONA VOLONTÀ - In tema di sostegni all’industria, solo una sorta di postilla verbale non inserita nel Piano: l’intenzione di aumentare di un miliardo di euro, da far diventare poi due nel 2014, gli stanziamenti per la ricerca e l’innovazione del settore. Ma anche questo è molto aleatorio, in quanto deve trovare le diverse approvazioni dell’Unione e dei Paesi membri. 

PROSPETTVE E DELUSIONI - In sostanza il Piano d’azione presentato dal commissario Tajani ha una impostazione di lungo respiro, peraltro dichiarata esplicitamente (“Il presente piano d’azione… fissa obiettivi a lungo termine…” si legge nelle sue pagine) e dunque comprensibile che il documento della Commissione susciti delusione in chi lo attendeva come un intervento volto ad incidere sulla situazione più contingente, che è quella preoccupante, drammatica. 

LE CASE CHIEDONO INTERVENTI IMMEDIATI - I primi ha manifestare perplessità sono stati i costruttori. Ivan Hodac, segretario generale della Acea, l’associazione che raggruppa le case automobilistiche europee, quasi in contemporanea con la conferenza stampa di Tajani ha dichiarato che “il piano è necessario, ma non sufficiente. L’Unione europea dovrebbe urgentemente usare tutti gli strumenti a sua disposizione per mitigare le conseguenze economiche e sociali del processo di ristrutturazione in corso”. 

FLESSIBILITÀ PER POTER CHIUDERE - Quanto a quest’ultimo l’Acea ha ricordato che in Europa c’è una sovracapacità produttiva stimabile al 25-30% delle necessità, ma che a fronte di realtà che sfruttano le proprie capacità all’80-90%, ce ne sono altre che non vanno oltre il 50-60%. Da ciò la necessità di misure concrete che facilitino la flessibilità del lavoro e sostenga i lavoratori toccati dalle ristrutturazioni.

APPUNTAMENTO IL 10 DICEMBRE - Per avere qualche iniziativa concreta e immediata, forse bisogna aspettare le riunioni al massimo livello che Tajani ha annunciato per fine novembre e primi di dicembre. La Commissione incontrerà i rappresentanti delle case automobilistiche, dei lavoratori e del settore in genere, per poi andare a una riunione di tutti i ministri dell’industria europei, il 10 dicembre. Tra l’altro c’è chi già ha fatto presente che probabilmente l’iniziativa non è gradita alle case costruttrici, le quali temono un intervento dell’Unione Europea su aspetti che sono strettamente aziendali. 

PRESTO CONSUMI PIÙ REALI - L’attualità è tale che i costi sociali delle ristrutturazioni sono inevitabilmente al centro dell’attenzione. Va però aggiunto che il piano di azione della Commissione contiene non poche indicazioni di imminenti iniziative importanti. Eccone qualcuna. Le procedure per il rilevamento dei consumi saranno modificate per renderle più vicine all’uso pratico della vettura, con la precisazione che il rispetto delle norme antinquinameno Euro 6 dovrà esserci anche nelle suddette condizioni di guida reali. 

CAMION AERODINAMICI - Ci saranno misure per stimolare la ricerca aerodinamica al fine di ridurre i consumi; e questo anche per i camion. Entro il 2014 dovranno essere intensificati i controlli dei gas di scarico dei veicoli circolanti. Per quel che riguarda i veicoli elettrici la Commissione europea ha deciso di prendere l’iniziativa per arrivare a una unificazione tecnica delle prese per la ricarica, questione su cui a quanto pare i vari produttori non arrivano a mettersi d’accordo. 

ECOINCENTIVI OMOGENEI IN EUROPA - Non manca neanche una iniziativa a proposito di incentivi per sostenere l’auto “pulita”. Rilevando che in materia i Paesi membri si comportano in maniera molto diversa uno dall’altro, il piano preannuncia iniziative per avere un maggior coordinamento di queste misure. E tale iniziativa è annunciata a tempi brevissimi, visto che il Piano recita “entro il 2012”. 



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Ritratto di tomkranick
9 novembre 2012 - 12:15
Abbassate l'assicurazione
Ritratto di studio75
9 novembre 2012 - 14:54
5
tariffe indecenti in Italia
Ritratto di yeu
9 novembre 2012 - 18:22
Quà si dice e dice, ma in sostanza che cosa è stato detto? Personalmente vedo solo delle ristrutturazioni delle case automobilistiche che comprendono solo chiusure e licenziamenti, ma entrando nello specifico, vedo che costruttori tipo Ford che ha annunciato la chiusura di ben 3 stabilimenti, Opel è da anni che licenzia e fra 2 anni chiuderà anche uno stabilimento per lei storico in Germania, Renault negli anni ha ridotto la produzione in Francia spostandosi in Romania e Marocco, Psa ha annunciato 8000 licenziamenti e la chiusura di 2 stabilimenti, Fiat ha chiuso Termini Imerese per l' eccessivo costo dei trasporti, ecc ecc, ma in questo quadro non vedo nessuno che nelle ristrutturazioni chiude degli stabilimenti dove gli stipendi sono ridicoli con l'aggiunta che questi paesi a basso costo non hanno nè un mercato interno(perchè quegli stipendi non lo consentono) e nemmeno l' Euro, però possono godere del mercato unico. Bisogna svegliarsi e capire che il dramma è la delocalizzazione delle aziende che ha comportato una non competitività per quelle che ancora nei paesi ricchi ci sono, quindi l' unica normativa da fare è l' obbligo di questi paesi di adeguarsi ai salari, crearsi un mercato interno e di prendersi l' Euro, solo così si ristabilisce un' equilibrio. Tutto il resto sono solo chiacchiere e utopie. Personalmente non mi sta bene sentire da tutte le testate giornalistiche che i coreani della Hyundai/Kia sono bravi, ma semplicemente dovrebbero scrivere che la ragione del loro successo è che fanno lavorare 12ore al giorno con paghe misere e non hanno nessuna intenzione di andare a produrre nei paesi dove c'è dignità, però da quei paesi si prendono sempre delle maggiori fette di mercato a discapito delle case che vi producono rendendole meno competitive e costriggendole a chiudere solo nei paesi sviluppati e investire negli altri. Ecco spiegato perchè sono più bravi degli altri e perchè stiamo andando in malora. L' Europa deve prenderne atto e quando un' azienda in un mercato arriva ad avere delle quote alte, deve essere costretta a produrvi, giusto per evitare l' annientamento di quel mercato.
Ritratto di Challenger RT
9 novembre 2012 - 22:04
E' ridicolo Tajani nella veste di relatore di questo piano. Perche' proprio l'Italia non si e' mai adeguata a moltissime normative europee in campo automobilistico. Basti pensare che a causa di assurde leggi e di folli regolamenti nostrani, messi in mano per di piu' agli stolti dipendenti di motorizzazione e pra, capita, quasi sempre ed e' solo uno dei tanti esempi possibili, che per omologare un'auto, (non gia' omologata dalla casa costruttrice in Italia) bisogna rivolgersi ai Tedeschi... Poi abbiamo le tariffe assicurative piu' alte d'Europa, per non parlare dei furti legalizzati, e spesso addirittura incostituzionali, su immatricolazioni e passaggi di proprieta', bolli e superbolli... truffe che esistono solo in Italia, create nel tempo e ad hoc, principalmente per pagare gli stipendi degli stessi inutili esattori nullafacenti assunti il piu' delle volte grazie al favore di qualche politico a ricompensa del voto datogli. Tajani, questa e' la realta e tu la conosci bene! Per tutti gli altri punti il discorso e' molto tecnico (e con ampie implicazioni sociali) e non voglio dilungarmi, ma purtroppo siamo in mano a degli incompetenti.
Ritratto di andvolante1
10 novembre 2012 - 09:02
temo che ormai in italia il settore auto cambierà solo quando succederà qualcosa di grosso, tipo che la maggioranza della gente non userà piu l'auto, ovviamente non comprerà piu auto, crolleranno i consumi di carburante dell'80-90%, nessuno assicurerà piu l'auto x inutilizzo,nessuno pagherà piu il bollo xk non avrà piu l'auto, e cosi crolleranno quasi tutti le entrate derivanti dal settore, allora forse capiranno che bisogna darsi una regolata e non continuare a prendere i soldi dagli automobilisti xk tanto sanno che la gente l'auto la deve usare per forza e quindi per paga per forza. Peccato che secondo me non arriveremo mai ad una situazione del genere tale da bloccare completamente il settore.

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