MOLTA ATTESA - Ieri a Bruxelles, il commissario europeo all’Industria Antonio Tajani (nella foto) ha presentato il documento Cars 2020, “Piano d’azione per un’industria automobilistica competitiva e sostenibile in Europa”. Un’iniziativa volta ad aiutare l’industria automobilistica a riorganizzarsi per fronteggiare la competizione mondiale che caratterizza il settore, ma che ha creato aspettative anche (e forse soprattutto) per una risposta alla attuale drammatica crisi.
PIANO PONDEROSO E AMBIZIOSO - Il documento è costituito da 20 pagine fitte, e in buona parte riprende quanto contenuto nel rapporto pubblicato il 6 giugno scorso dal gruppo di lavoro CARS 21, istituito dalla Commissione europea già nel 2005 e rilanciato 2010 con l’indicazione di fornire delle “raccomandazioni sulle politiche a sostegno della competitività e della crescita sostenibile dell’industria automobilistica europea”, ciò con l’obiettivo di far crescere dall’attuale 16% al 20% entro il 2020 la quota di Pil europeo derivato dall’automobile.
I PUNTI SALIENTI - Quattro sono le direttrici fondamentali su cui secondo il piano deve muoversi l’Unione europea: 1) investire nelle tecnologie avanzate e finanziare l'innovazione mediante una serie di iniziative normative e sostenendo ricerca e innovazione; 2) migliorare le condizioni di mercato rafforzando il mercato interno e applicando la regolamentazione intelligente in modo coerente; 3) migliorare la competitività sui mercati mondiali attraverso una politica commerciale efficace e l'armonizzazione a livello internazionale delle normative sui veicoli; 4) anticipare l'adeguamento investendo in capitale umano e competenze e ammortizzando l’impatto sociale della ristrutturazione.
VAGHEZZA PER IL SOCIALE - Tutto ciò articolato in una serie di proposte più dettagliate concernenti molti aspetti della realtà dell’auto. Per quanto riguarda i problemi immediati di oggi, invece, poco o nulla. In materia il piano d’azione contiene proposte che non vanno al di là degli auspici. Per esempio, a proposito dei processi di ristrutturazione che sopprimono posti di lavoro, per esempio, viene detto: “In questo contesto, è particolarmente importante garantire una transizione economica e sociale armoniosa ed equilibrata, anticipando le esigenze in materia di formazione e competenze e gestendo la ristrutturazione nel modo più opportuno…”. Unica indicazione un po’ meno vaga è la sollecitazione a ricorrere al Fondo Sociale Europeo per le necessità di riqualificazione del personale espulso dalle aziende.
2 MILIARDI DI BUONA VOLONTÀ - In tema di sostegni all’industria, solo una sorta di postilla verbale non inserita nel Piano: l’intenzione di aumentare di un miliardo di euro, da far diventare poi due nel 2014, gli stanziamenti per la ricerca e l’innovazione del settore. Ma anche questo è molto aleatorio, in quanto deve trovare le diverse approvazioni dell’Unione e dei Paesi membri.
PROSPETTVE E DELUSIONI - In sostanza il Piano d’azione presentato dal commissario Tajani ha una impostazione di lungo respiro, peraltro dichiarata esplicitamente (“Il presente piano d’azione… fissa obiettivi a lungo termine…” si legge nelle sue pagine) e dunque comprensibile che il documento della Commissione susciti delusione in chi lo attendeva come un intervento volto ad incidere sulla situazione più contingente, che è quella preoccupante, drammatica.
LE CASE CHIEDONO INTERVENTI IMMEDIATI - I primi ha manifestare perplessità sono stati i costruttori. Ivan Hodac, segretario generale della Acea, l’associazione che raggruppa le case automobilistiche europee, quasi in contemporanea con la conferenza stampa di Tajani ha dichiarato che “il piano è necessario, ma non sufficiente. L’Unione europea dovrebbe urgentemente usare tutti gli strumenti a sua disposizione per mitigare le conseguenze economiche e sociali del processo di ristrutturazione in corso”.
FLESSIBILITÀ PER POTER CHIUDERE - Quanto a quest’ultimo l’Acea ha ricordato che in Europa c’è una sovracapacità produttiva stimabile al 25-30% delle necessità, ma che a fronte di realtà che sfruttano le proprie capacità all’80-90%, ce ne sono altre che non vanno oltre il 50-60%. Da ciò la necessità di misure concrete che facilitino la flessibilità del lavoro e sostenga i lavoratori toccati dalle ristrutturazioni.
APPUNTAMENTO IL 10 DICEMBRE - Per avere qualche iniziativa concreta e immediata, forse bisogna aspettare le riunioni al massimo livello che Tajani ha annunciato per fine novembre e primi di dicembre. La Commissione incontrerà i rappresentanti delle case automobilistiche, dei lavoratori e del settore in genere, per poi andare a una riunione di tutti i ministri dell’industria europei, il 10 dicembre. Tra l’altro c’è chi già ha fatto presente che probabilmente l’iniziativa non è gradita alle case costruttrici, le quali temono un intervento dell’Unione Europea su aspetti che sono strettamente aziendali.
PRESTO CONSUMI PIÙ REALI - L’attualità è tale che i costi sociali delle ristrutturazioni sono inevitabilmente al centro dell’attenzione. Va però aggiunto che il piano di azione della Commissione contiene non poche indicazioni di imminenti iniziative importanti. Eccone qualcuna. Le procedure per il rilevamento dei consumi saranno modificate per renderle più vicine all’uso pratico della vettura, con la precisazione che il rispetto delle norme antinquinameno Euro 6 dovrà esserci anche nelle suddette condizioni di guida reali.
CAMION AERODINAMICI - Ci saranno misure per stimolare la ricerca aerodinamica al fine di ridurre i consumi; e questo anche per i camion. Entro il 2014 dovranno essere intensificati i controlli dei gas di scarico dei veicoli circolanti. Per quel che riguarda i veicoli elettrici la Commissione europea ha deciso di prendere l’iniziativa per arrivare a una unificazione tecnica delle prese per la ricarica, questione su cui a quanto pare i vari produttori non arrivano a mettersi d’accordo.
ECOINCENTIVI OMOGENEI IN EUROPA - Non manca neanche una iniziativa a proposito di incentivi per sostenere l’auto “pulita”. Rilevando che in materia i Paesi membri si comportano in maniera molto diversa uno dall’altro, il piano preannuncia iniziative per avere un maggior coordinamento di queste misure. E tale iniziativa è annunciata a tempi brevissimi, visto che il Piano recita “entro il 2012”.




