ANIMO VERDE - In Olanda, la produzione di energia da fonti rinnovabili non è una moda, ma un impegno reale, che coinvolge aziende, centri di ricerca universitari e cittadini comuni. Basta vedere le distese di generatori eolici che imbiancano le campagne olandesi ed emergono dalle acque del Mare del Nord, per rendersene conto. La Skoda, che si sta impegnando a creare una gamma completa di auto a metano, ci ha consentito di visitare l’impianto di produzione di biogas del Bioscience Center di Lelystad, vicino ad Amsterdam, dipendente dall’istituto sperimentale dell’Università di Wageningen.
SI PRODUCE CALORE - Il Bioscience Center di Lelystad, circondato da campi coltivati e allevamenti di bovini, comprende un centro di ricerche universitario e un impianto di produzione di biogas, ovvero metano ricavato da sostanze organiche. L’obiettivo dei ricercatori è quello di produrre metano, utilizzabile anche come carburante, attraverso la trasformazione di materiali di scarto dell’agricoltura e dell’allevamento. Pertanto l’Istituto dispone di una stalla con circa 120 mucche proprio accanto agli edifici dell’amministrazione. Il letame prodotto dalle mucche viene convogliato in due generatori, dove fermenta e genera biogas. Il gas a sua volta alimenta un impianto di cogenerazione che origina calore ed energia elettrica. Con il calore in inverno vengono riscaldate le vasche per la produzione di alghe, mentre l’energia elettrica viene riversata nella rete tutto l’anno.
PRODOTTO DELLA FERMENTAZIONE - Accanto al letame, l’Istituto sfrutta anche prodotti di scarto agricoli, in particolare le foglie di barbabietola da zucchero, l’erba e le alghe (coltivate in una serra dell’Istituto). Queste vengono fatte fermentare all’interno di contenitori a tenuta stagna, che permettono di trasformare i materiali organici in biogas utilizzando un processo biologico a circa 38-55 °C. Più della metà del gas risultante da questo processo è costituito da metano (CH4), mentre il resto è anidride carbonica (CO2). Sottoprodotto della produzione di biogas sono i digestati, che possono essere a loro volta utilizzati come fertilizzante di alta qualità. Accanto all’impianto di cogenerazione si trova un container al cui interno è attivo un impianto per la produzione di biocarburante: il biogas ottenuto per fermentazione, infatti, è una miscela di metano e biossido di carbonio. Per renderlo utilizzabile come carburante bisogna separare le due sostanze, poi il metano viene stoccato in bombole e può essere utilizzato per il rifornimento di autoveicoli, proprio come quello dei distributori.
SU STRADA: SILENZIO E UN DISCRETO BRIO - In occasione della visita all’impianto di Lelystad, abbiamo avuto la possibilità di guidare la Skoda Octavia G-TEC (foto qui sopra). Con il pieno di metano e di benzina (nel cruscotto ci sono due indicatori del livello del carburante: gas a sinistra, benzina a destra) l’auto parte a gas, per poi passare alla benzina automaticamente solo quando il biocarburante è finito. Per la casa l’autonomia complessiva è di 1.330 km, 410 col metano e 920 con la benzina. Le bombole sotto il pianale all'altezza del bagagliaio contengono 14 kg circa di gas, ma riducono un po' le capienze dei vani, con quella minima della berlina che passa da 590 a 460 litri (la massima da 1.580 a 1.450), e quella della wagon che scende da 610 a 480 litri (1.740-1.610 la massima). Il 1.4 TFSI da 110 CV, sviluppato per funzionare a benzina e a metano, è dolce, regolare e, soprattutto, molto silenzioso. Buono le spunto e discreta la ripresa nelle marce lunghe. La Octavia G-TEC arriverà nelle concessionarie a settembre, ma ancora non è stato comunicato il prezzo.