RIMBORSO - Chi “tace” paga: lo ha confermato la Cassazione con la sentenza 19494 del 23 settembre 2011. Il caso riguarda una signora che, anni fa, aveva venduto un’auto per 18.000.000 di lire, tacendo un vecchio incidente. Per questo, era stata condannata a risarcire 4.400.000 di lire al compratore, costretto a far riparare la macchina. La macchina affetta da vizi aveva subìto un guasto immediatamente dopo la compravendita, ma la donna si era difesa sostenendo che il sinistro verificatosi era stato di poco conto, e che il veicolo era stato riparato; aggiungendo che non conosceva le vere conseguenze dell’incidente per la vettura. Tesi respinta. Secondo la Cassazione, la signora era in malafede: ha di proposito taciuto sull’incidente.
E SE SI È BUONA FEDE? - Comunque, l’obbligo di risarcire il compratore scatta anche in caso di buona fede del venditore. È sufficiente che l’acquirente dimostri la propria “ignoranza senza colpa”: non ha potuto conoscere i difetti del veicolo.
CHE FARE - Se vi succede di comprare un’auto da un privato che ha taciuto la presenza di difetti, contestatelo inviando una raccomandata al venditore. Se questi non copre le spese di riparazione, dovrete dimostrare che il guasto esisteva ed è stato nascosto (articoli 1470 e seguenti del codice civile). Attenzione: ci si imbarca in una causa civile lunghissima. Le cose cambiano se il venditore è una concessionaria: leggi qui per saperne di più.