PRIMI DATI - In attesa che nel pomeriggio l'Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), diffonda l'ormai classico bolletino con i dati delle immatricolazioni del mese appena passato, una prima stima dell'andamento arriva dai numeri comunicati dalla Federauto, l'associazione dei concessionari italiani. A luglio sarebbero state consegnate 152.000 vetture, che equivalgono a una riduzione del 26% rispetto allo stesso mese del 2009. Un dato che confermerebbe il momento di grave crisi del settore auto e la tendenza al negativo iniziata con il mese di aprile, quando le immatricolazioni hanno subito un forte calo dopo la “coda degli incentivi”: le auto vendute nel 2009 potevano essere immatricolate entro il mese di marzo 2010.
BASTA KM0 - Come precisa Filippo Pavan Bernacchi, presidente della Federauto, si sta assistendo a “un vero disastro per tutti. Va detto che questo dato si avvicina molto alla realtà perché sembra che i principali costruttori abbiamo finalmente tolto il piede dalle chilometri zero. Questo perché non si può continuare all'infinito ad autoimmatricolarsi vetture per dimostrare dati di quota non veritieri. E infatti il mercato dei privati, quello non inquinabile da autoimmatricolazioni, vede una flessione attorno al -30%. E si continua così oramai da qualche mese nell'indifferenza del Governo”.
UN RIMEDIO - La Federauto, infatti, punta il dito contro la mancanza del rinnovo degli incentivi all'acquisto per le auto, un allarme che più volte ha lanciato anche la stessa Unrae. La ricetta che propone Bernacchi per uscire dall'attuale stato appare chiara: “da un lato rinnovando dei bonus pluriennali per svecchiare il parco auto e incentivare le vetture a basso impatto ambientale; in primis quelle alimentate a Gpl e a metano. Dall'altro, varando una politica seria per riallineare la tassazione delle vetture aziendali agli altri paesi europei. C'è una differenza enorme a nostro sfavore e le poche aziende che potrebbero acquistare auto, veicoli commerciali e industriali, sono costrette a mantenere i propri parchi, anche obsoleti, non sicuri e inquinanti”.
PREVISIONI NEGATIVE - Senza il rinnovo degli incentivi, il trend negativo del mercato viene confermato anche da altri dati. Sempre secondo Federauto, lo Stato incasserà circa 2 miliardi di imposte in meno e i concessionari per far quadrare i conti saranno costretti a tagliare sulla forza lavoro, a rischio ci sarebbero circa 15.000 posti di lavoro, ai quali se ne dovrebbero aggiungere almeno 30.000 dell'indotto.














