SETTORE FONDAMENTALE - Pochi altri comparti industriali fanno da traino all’economia europea come il settore dell’automobile tornato a crescere dopo anni di “magra” complice l’aumento delle immatricolazioni in gran parte del Continente. I singoli Stati non possono che trarre beneficio da questa situazione, se è vero che 12,6 milioni di persone (il 5,7% della forza lavoro in Europa) sono occupate in questo ambito e il fatturato complessivo del settore vale circa il 7% del prodotto interno lordo europeo, stando ai numeri elaborati dall’associazione europea di categoria (ACEA). Alla luce di questi numeri non stupiscono i risultati di uno studio concentrato sulla Kia, che fanno capire l’impatto sulle economie nazionali di un singolo costruttore. La Kia (nella foto sopra la sede europea di Francoforte) oltretutto non è nemmeno fra i più grossi: nel 2016 ha venduto oltre 435.000 automobili ed è stata il 12° costruttore in Europa in questa classifica.
3,8 MILIARDI SPESI IN EUROPA - La ricerca è stata effettuata dalla società indipendente di consulenza finanziaria London Economics e aggiunge temi nuovi ai discorsi sulle automobili, perché raramente il “peso” economico delle aziende viene calcolato singolarmente e non a livello di comparto. La Kia ha versato agli stati europei 1,2 miliardi di euro nel 2016 fra dazi doganali sulle importazioni e imposte dirette, in aumento del 39% rispetto al 2013. Gli occupati l’anno scorso nei vari Paesi europei erano 184.386, riconducibili alle diverse attività produttive e commerciali, a partire dai 3.800 nell’impianto slovacco di Zilina. Qui la Kia ha speso l’anno scorso 5,2 miliardi di euro in beni e altri materiali e ne ha reinvestiti 3,8 miliardi in Europa, secondo la ricerca, somme che potrebbero aumentare dopo la scelta di creare nuove linee produttive. Le attività della Kia in Europa “muovono” complessivamente 7,6 miliardi di euro l’anno.