COPIA PEDISSEQUA - “Dispiace veramente molto che avvengano questi copie a incolla; ma non ci sono leggi, nulla che possa proteggere, quindi bisogna rassegnarsi”: così l'amministratore delegato della Jaguar Land Rover, Ralf Speth, getta la spugna di fronte all'ipotesi di un'azione legale contro il costruttore cinese Land Wind, joint venture tra la Changan Auto e la Jiangling Motors Corporation. Oggetto del contendere è la Land Wind X7: le foto parlano da sole, si tratta di una copia pressoché indistinguibile della Evoque.
RICORDA QUALCOSA - Presentata lo scorso novembre al Salone di Guangzhou, la X7 (una sigla che non farà certo piacere alla BMW, per inciso) adotta un motore Mitsubishi - accoppiabile a una trasmissione automatica o manuale - e ha un prezzo previsto (debutterà questa estate) circa 150.000 yuan, circa 22.500 euro: un terzo rispetto ai 448.000 (67.000 euro) della Evoque meno cara sul mercato cinese.
INDIFESI - Non è la prima volta che un costruttore europeo si vede clonare un modello di successo: già nel 2008, per dirne una, alla Fiat è toccato controbattere (con successo in Italia, ben meno in Cina) la Great Wall Peri - una copia della Panda - mentre nello stesso anno la General Motors ebbe lo stesso problema con la Chery QQ, clone della Matiz: parecchi particolari, in questo caso, erano addirittura intercambiabili. Nel mondo delle due ruote, la situazione è addirittura peggiore: il tutto è riconducibile a una carenza ben precisa della legislazione cinese in tema di salvaguardia della proprietà intellettuale.