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Marchionne: tempi lunghi per il 100% della Chrysler

13 settembre 2013

Le divergenze sul valore delle azioni Chrysler stanno rallentando la cessione del pacchetto azionario del 41,5% in mano al fondo Veba.

Marchionne: tempi lunghi per il 100% della Chrysler
MARCHIONNE NON C'È - Nei giorni riservati agli operatori del salone di Francoforte una delle cose che si è notata di più è stata l’assenza di Sergio Marchionne “per sopravvenuti impegni di lavoro”. Malignamente qualcuno ha interpretato la cosa come un segnale di disagio per la la mancanza di novità negli stand del gruppo Fiat. Altri invece hanno “letto” l’assenza come un segnale dell’imminenza della conclusione della “campagna d’America”, cioè la definizione dell’acquisizione del 100% delle azioni Chrysler. Ma quest’ultima ipotesi ha trovato una smentita. 
 
NESSUN RUSH FINALE -  L’allungamento dei tempi dell’operazione Fiat-Chrysler non è una valutazione o una speculazione: lo ha detto esplicitamente l’amministratore delegato della Fiat e della Chrysler Sergio Marchionne. Al di là delle complesse questioni di diritto societario, legate anche al fatto che le azioni in questione (il 41,5% del totale) sono in mano al Veba, fondo assistenziale dei sindacati americani per cui vi sono vincoli particolari, il motivo dell’impasse è molto semplice. 
 
FORTE DIVERGENZA - Il fondo Veba legato ai sindacati pretende per le azioni una cifra superiore ai 5 miliardi di dollari; per la Fiat il valore reale è di molto inferiore. Da lì il braccio di ferro che ha portato i sindacati Usa a pensare di lanciare una offerta pubblica per vendere le azioni, nella convinzione di poter realizzato quanto richiesto. La Fiat nel respingere la valutazione fatta dai sindacati, è intenzionata comunque a cercare una trattativa, ma intanto deve mordere il freno nella sua strategia di fusione dei due gruppi. L’idea di procedere all’acquisto con una iniziativa pubblica sul mercato è una ipotesi, ma Marchionne continua a sperare di riuscire a trovare un’intesa con il Veba. 
 
OGNI TEMPO HA LA SUA STIMA - Il valore attribuito al Veba alle azioni Chrysler nasce da un calcolo fatto sulla base di quanto previsto dalla procedura di bancarotta del 2009 relativa alla Chrysler. In realtà poi la situazione è completamente cambiata, ma da parte dei sindacati è stata espressa la convinzione che le azioni della Chrysler cresceranno almeno per cinque anni, e dunque non hanno intenzione di vendere a meno di quanto richiesto. È questa la situazione che fa dire a Marchionne che prevede tempi lunghi per la creazione dell’unico gruppo Fiat-Chrysler. 


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Ritratto di mecner
13 settembre 2013 - 17:48
La decisione della Corte americana tarda ad arrivare. Super SM prevede tempi lunghi. Ma allafine arriverà. Il motivo è semplice.....? L'oscillazione, in positivo, delle azioni Chrysler in mano al VEBA, ante bancarotta 2009. Ma, credo, che la strada sia già stata decisa.
Ritratto di cervuz
13 settembre 2013 - 18:43
In realtà il giudice del delaware ha già deciso di non decidere. Cioè ha detto che il valore è molto più vicino a quello offerto dalla Fiat rispetto alla cifra richiesta dal VEBA
Ritratto di napolmen
13 settembre 2013 - 21:10
....secondo me e' cosi' opure il valore', dato la positivita' attuale di chrysler, cresce mese per mese e marchionne vuoel accellerare le cose ovvio!!!! e quindi ci sn accordi o discussioni precedenti che noi nn sappiamo e che gli americani fanno storie.....insomma e' la solita "querelle" tra nazioni nei ruoli economici internazionali
Ritratto di camaro4ever
16 settembre 2013 - 23:27
3
forse marchionne pensava di poter ricevere gratis le azioni di veba, come se se fossero state in mano al governo italiano... stavolta gli va male, e dovrà pagare!

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