LA CAPOTE IN METALLO - Gli Anni 90 sono stati gli anni delle spider: per prima arrivò con largo anticipo la Mazda MX-5 (1989), seguita dalle Fiat Barchetta (1994), BMW Z3 (1995) e Porsche Boxster (1996). Sono modelli appartenenti allo stesso filone, dalle dimensioni compatte e piacevoli da guidare, tutte con capote rigorosamente in tela ripiegabile manualmente. Questa concezione viene in parte stravolta da una vettura coeva, la
Mercedes SLK, che porta all’esordio la novità del tetto in metallo ripiegabile elettricamente: mai prima di allora una tecnologia così ricercata fu riservata ad un’automobile di grande diffusione. Aveva (e ha) il merito di coniugare i pregi di isolamento dal rumore e dagli agenti atmosferici di una coupé, con il piacere del vento tra i capelli di una spider. Una soluzione azzeccata, poi imitata anche dalla rivale BMW sulla Z4. La SLK di prima generazione esordì il 22 aprile 1996 e si appresta pertanto a compiere 20 anni di carriera.
Nelle foto sopra la prima generazione del 1996.
VARIO ROOF - L'esordio ufficiale della Mercedes SLK avviene durante la 66° edizione del Salone dell’automobile di Torino (1996), ma l’inizio della gestazione risale a qualche anno prima: la casa della Stella voleva infatti regalare una sorella minore alla più costosa e lussuosa SL, non lasciando campo scoperto ad un’avversaria come la BMW. I vertici affidano così allo storico designer Bruno Sacco il progetto di una spider più compatta e sportiveggiante, il cui design venne scelto e brevettato nel settembre 1993. L’anno successivo debuttano due prototipi. Il secondo di questi porta all’esordio il Vario roof, ovvero una capote in metallo ripiegabile alla pressione di un semplice comando. La tecnologia era quasi del tutto sconosciuta e prima di allora non riuscì mai ad affermarsi nei listini, ma sarebbe diventata popolare negli anni immediatamente successivi: a breve distanza furono introdotte le Peugeot 206 cc e Lexus SC430.
La seconda generazione del 2004.
MENO DI 4 METRI - Il prototipo ottiene un buon successo e incuriosisce gli appassionati di vetture sportive, che accolgono la prima Mercedes SLK con grande trepidazione. La spider era disponibile all’esordio nelle varianti SLK 200 (136 CV) ed SLK 230 Kompressor (193 CV), ma in seguito furono lanciate le SLK 320 (218 CV) ed SLK 32 AMG (354 CV). La prima generazione ha codice di progetto R170, misura 399 cm in lunghezza e viene acquistata in 311.222 esemplari, che rimangono ad oggi la quota più significativa nell’intera produzione del modello. La seconda generazione (R171) debutta nel gennaio 2004 e mantiene la soluzione del Vario roof, ma il suo stile perde molti spigoli e ricorda le forme già viste sulla supercar SLR. La lunghezza aumenta di 7 cm e vengono introdotti nuovi sistemi di sicurezza, mentre la capote guadagna alcune migliorie: si ripiega in 22 secondi (prima erano 25) ed occupa meno spazio quando riposta nel baule.
La terza generazione del 2011.
PIÙ TECNOLOGIA - La Mercedes SLK del 2004 (R171) sconta il minor interesse per le spider che caratterizza gli Anni '00 e la concorrenza più agguerrita, non replicando i numeri di vendita ottenuti dalla progenitrice: la seconda generazione e quella oggi in commercio, la terza, hanno venduto insieme circa 360.000 unità. La terza serie (R172) debutta nel 2011 e riprende le forme della coeva SL, da cui eredita una moltitudine di tecnologie per migliorare l’esperienza a bordo: fra queste c’è ad esempio il sistema Magic Sky Control, optional, che permette di scurire e schiarire un cristallo del tettuccio in maniera da tenere l’abitacolo più fresco nelle giornate in cui il sole batte con intensità. La versione AMG monta un V8 da 421 CV. L’aggiornamento della R172 è stato svelato a fine 2015 e introduce una modifica al nome, che passa da SLK ad SLC: in questo modo l’acronimo Sportlich Leicht Kompact (Sportiva Leggera Compatta) viene sacrificato sull’altare della nuova strategia dei nomi Mercedes che la “ingloba” nella famiglia della Classe C.