FALLIMENTO CON MULTE - Il
car sharing nel futuro sarà sì uno dei modi di esistere dell’automobile, ma per il momento deve ancora superare ostacoli non piccoli. Lo testimonia la vicenda della società di car sharing milanese
Twist che partita nel novembre del 2014 è arrivata al capolinea della sua avventura lasciando centinaia di
auto abbandonate sulle strade, che oltre allo smog e alle foglie secche hanno raccolto e in parte raccolgono ancora le multe dei vigili urbani. Le vetture superstiti della Twist sono infatti parcheggiate in situazioni ammesse appunto per le società di car sharing, ma dato che la Twist non ha più questo status automaticamente i veicoli sono considerati in divieto di sosta.
UN ANNO DI VITA - Tutto nasce dall’andamento economico negativo che ha portato la società Twist in una situazione via via sempre più difficile, sino a che il 17 novembre scorso (in pratica un anno appena dopo l’avvio della attività) è scaduta la concessione comunale (1.100 euro per ogni auto) che consente di parcheggiare le vetture delle società di car sharing sulle strisce a pagamento, nelle zone dedicate ai residenti nonché di poter circolare sulle strade dell’Area C. Da lì le multe, oltre a tutti i problemi conseguenti a una situazione economica negativa, con giro d’affari insufficiente e costi troppo elevati.
200 DA RIPORTARE A CASA - L’imprenditore della Twist, la famiglia Frigerio, sta ancora compiendo un tentativo di reperire un investitore per tentare di salvare la società, ma gli restano soltanto i due mesi previsti dalla procedura di concordato preventivo in continuità. Dopo sarà la chiusura definitiva. Per il momento, delle 450 vetture Volkswagen Up! con cui la Twist era partita, circa 250 sono state alla fine rimosse dalla pubblica strada, anche con l’intervento della stessa Volkswagen (le auto sono state portate in un deposito ad hoc) mentre per altre 200 le operazioni di rimozione sono ancora in corso.
TROPPO PICCOLA - L’esito negativo della vicenda Twist ha avuto anche alcune cause particolari, come i circa 500 casi di effrazione dei vetri delle auto per rubare il computer di bordo, per un danno complessivo di circa 300 mila euro. Un peso che sarebbe stato gravoso anche per società più robuste rispetto alla Twist, ma che è diventato assolutamente insostenibile di fronte il limitato volume d’affari realizzato. Da notare che la Twist è l’unica società di car sharing a non avere grandi realtà economiche alle spalle. Le altre società operanti in Milano sono espressione di società del calibro di Daimler-Mercedes (Car2go), Eni (Enjoy), Geely (il costruttore cinese a cui fa capo la Volvo, che si è impegnato con la società Sharen’go caratterizzata dalla scelta di puntare su veicoli elettrici).
Aggiornamento del 28 gennaio 2016.
L'imprenditore della Twist non è la famiglia Frigerio, ma la famiglia Guaitamacchi. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori.