ANCHE LA FIAT A RIMINI - Il discorso del ministro per lo Sviluppo, Corrado Passera, al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini è stato molto seguito e commentato per i suoi contenuti generali. Ma giù dal palco degli oratori il ministro non ha mancato di affrontare temi particolari, tralasciati nel discorso ufficiale. Tra questi anche la vicenda Fiat.
IL MINISTRO VUOLE SAPERE - Parlando con i giornalisti, il ministro Passera ha detto di seguire con grande attenzione l’operato della Fiat, essendo in attesa di segnali concreti che indichino le reali volontà della casa automobilistica a proposito dei suoi impianti di produzione in Italia. “Vogliamo comprendere le intenzioni della Fiat e contiamo che un chiarimento debba venire nelle prossime settimane” ha affermato il ministro.
INTENZIONI E FATTI CONCRETI - Come noto la Fiat ha parlato molto di nuovi investimenti in Italia e in particolare l’amministratore delegato Sergio Marchionne ha recentemente affermato di voler fare tutto il possibile per poter mantenere una base produttiva in Italia. Ma oltre alle parole non sono seguiti fatti concreti, che invece sono tutti andati nella direzione dell’alleggerimento della produzione (chiusure, fine della produzione di alcuni modelli, cassa integrazione).
DIPENDE DAL MERCATO - L’ultima presa di posizione della Fiat ha rimandato alla fine del terzo trimestre dell’anno per dar corso a iniziative concrete di investimenti, o altro, in base all’andamento del mercato europeo. La casa italiana nel secondo trimestre dell’anno ha accusato perdite per 139 milioni di euro, contro i 207 del primo trimestre, e persistendo tale tendenza stagnante la Fiat preferirà attendere un’inversione di tendenza prima di avviare nuovi investimenti.
RISCHIO ITALIA - Questa strategia è duramente criticata da chi non la ritiene credibile, in quanto così facendo la Fiat si condannerebbe a essere irrimediabilmente in ritardo al momento dell’avvio della ripresa economica. In sostanza, si crede che tale approccio nasconderebbe la volontà di abbandonare l’Italia come sede di produttiva.