CRESCE DI 9 CENTIMETRI - A tre anni dal debutto, la Mitsubishi Space Star si rifà il trucco. Il restyling, con l'obiettivo di dare una maggiore importanza alla linea, non si limita ai dettagli. La vettura è cresciuta di 9 cm, passando a 3,8 metri: l'incremento di lunghezza riguarda in particolare la zona posteriore, dove il paraurti è più sporgente di 7 cm, mentre i fanali a led, con le luci di posizione accese, prendono una forma di “C allungata” che accentua l’impressione di una vettura più larga e meglio "piantata" a terra. Davanti, per non penalizzare il raggio di sterzata, l'aumento dello sbalzo è di soli 1,5 cm, ma gli interventi sono comunque evidenti: due nervature sul cofano, paraurti con griglia inferiore e superiore (impreziosite da profili cromati) più ampie, nuovi fari di dimensioni maggiori (di serie, allo xeno e con luci di posizione a led per la Intense). Completano il quadro le maniglie delle porte e gli specchietti verniciati in tinta con la carrozzeria.
PIÙ TECNOLOGICA - Gli interni della Mitsubishi Space Star, spaziosi in rapporto alle dimensioni della vettura, rimangono di impostazione piuttosto economica (la plancia è tutta in plastica rigida), ma alcuni dettagli sono più curati: il volante ha inserti di colore nero lucido e una nuova corona rivestita in pelle e di forma più ergonomica, per un’impugnatura più agevole. Per i sedili, nuovi rivestimenti con impunture a contrasto. Rinnovato pure il cruscotto: l’illuminazione è bianca (invece che ambrata), gli strumenti hanno bordi cromati e nuove funzioni (temperatura esterna e spia delle luci di posizione). L'impianto multimediale (optional, da 1.190 euro) è ora dotato di Smartphone Link che integra i sistemi Apple CarPlay e Android Auto che permettono di utilizzare il telefono in modo sicuro durante la guida: rendono possibile ottenere indicazioni stradali, fare chiamate, inviare e ricevere messaggi e ascoltare musica senza distogliere lo sguardo dalla strada.
CONSUMI BASSI, “FIATO”… PURE - Il restyling della Mitsubishi Space Star ha coinvolto anche il servosterzo, con una nuova taratura (per migliorare la precisione di guida), e le molle degli ammortizzatori, per ridurre il rollio della carrozzeria in curva. Interventi non così radicali da trasformare il carattere della piccola giapponese, che tuttavia si rivela più a suo agio quando si varcano i confini delle città per avventurarsi su strade statali e in autostrada. In questo utilizzo, però, come abbiamo avuto modo di verificare in occasione di un breve test, il 1.0 a benzina da 71 CV (che non ha subito modifiche, come il fratello maggiore di 1,1 litri) ha il "fiato corto" in ripresa: non resta che scalare marcia, assecondati da un cambio ben manovrabile e da un pedale della frizione molto leggero. Meglio si comporta la vettura in città, dove si apprezza un buono scatto (secondo la casa, sono necessari 13,6 secondi per raggiungere, da fermo, i 100 km/h). Nel corso del test abbiamo percorso, in media, 20 km con un litro di benzina: non male, anche se il dato di omologazione (25 km/l) è molto più ottimistico. Sino a fine giugno, la versione Invite è in offerta a 7.990 euro.