ATTACCO ALLE AMMINISTRAZIONI - Un miliardo e mezzo l’anno: è quanto incassano i comuni con le multe. La metà di quei soldi, per legge, dovrebbe essere investito in sicurezza stradale, ma mancano i controlli, e così ogni ente locale ha ampia libertà di manovra. A rilanciare il problema, sulle colonne del quotidiano Avvenire, è ora Toni Principi, direttore di Hauraton Italia: “Quanti comuni effettivamente investono i proventi delle contravvenzioni in sicurezza stradale? Pochi. E quei pochi li investono male”. L’Hauraton Italia è particolarmente interessata alla questione: progetta canaline per raccogliere l’acqua piovana e impedire la formazione di pozzanghere e allagamenti lungo le strade garantendo la sicurezza di chi guida.
STRADE, UN DISASTRO - Lo stesso Principi snocciola numeri che sono un’accusa agli enti locali: il 25% degli incidenti gravi si verifica in presenza di fondo bagnato, e l’80% dei centri urbani ha tombini vetusti. È un circolo vizioso. Infatti, per risarcire le vittime del manto stradale dissestato, i comuni si avvalgono di polizze stipulate con le assicurazioni; se salgono i rimborsi, le tariffe che gli enti pagano alle compagnie salgono. Alla faccia della spending review.
QUANTI SOLDI BALLANO - Secondo la Consulta nazionale sulla sicurezza stradale (Cnel), nel quinquennio 2006/2010 il gettito dei verbali per le violazioni del codice della strada è stato in media di 1.880 milioni l’anno, 1.480 dei quali redatti dalla polizia locale. Quindi, un tesoretto di 740 milioni dovrebbe, in teoria, essere impiegato per la sicurezza. Stando al Cnel, “tra il 2008 e il 2010 gli investimenti specifici di queste risorse per rimuovere le situazioni di maggior rischio non hanno mai superato l’1,5% e quelli collegati direttamente alla sicurezza stradale il 16,2%. Le quote maggioritarie sono andate ad alimentare spese correnti, spese di gestione dei servizi, spese di funzionamento delle strutture tecniche e amministrative dei comuni... La legge è rispettata, ma la spesa risulta inefficace”.